MSP, Achab dà appuntamento il 10 giugno per il 5° MSP Day

Si terrà a Riccione l’MSP Day 2022, evento pensato per far incontrare e facilitare i contatti tra i Managed Service Provider italiani della cybersecurity.

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Il 10 giugno si terrà al Palazzo dei Congressi di Riccione la quinta edizione dell’MSP Day, l’evento di Achab dedicato ai managed services provider della cybersecurity. “Abbiamo cominciato a lavorare nel mondo degli MSP nel 2006 – racconta Andrea Veca, Ceo di Achab –, ma solo nel 2015 il concetto di managed services provider ha cominciato a diventare mainstream e i vendor hanno iniziato a proporre un listino prezzi specifico per gli MSP. Nel 2018, abbiamo pensato di organizzare un evento e così ha preso vita l’MSP Day, il punto di incontro per gli MSP italiani”.

Facilitare i contatti

Andrea Veca precisa che l’MSP Day “è nato per assolvere tre compiti: proporre una panoramica tecnologica sull’offerta, fornire contenuti di valore su questo modello di business e offrire la possibilità di fare networking. I nostri eventi, infatti, sono da sempre fortemente orientati a facilitare i contatti tra i partecipanti”.

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La raccolta degli sponsor è partita lentamente, “ma poi ha avuto un’accelerazione – sottolinea Andrea Veca – così siamo arrivati a 31 sponsor. Tra questi troviamo aziende come Acronis, Citrix, DataCore, Datto, MalwareBytes e WatchGuard, ma anche realtà più piccole e fortemente innovative come Cybertrap e ThreatLocker. Un parterre importante sia come quantità sia qualità. Al momento abbiamo raccolto circa 400 iscrizioni, ma il nostro obiettivo è di avere almeno 250 MSP in sala”.

Modello consolidato, ma pochi veri MSP

Oggi in Italia quello dell’MSP è un modello consolidato, ma i Managed Service Provider puri sono ancora pochi. Molte delle aziende che si definiscono MSP lavorano in modalità reattiva. I servizi sono forniti basandosi su contratti annuali, ma con una fatturazione oraria, tipicamente di 40-60 euro. “Però solitamente si riesce a fatturare solo circa la metà delle ore erogate a causa di una carenza di organizzazione – sostiene Andrea Veca –. Questo è uno dei punti critici per gli MSP, che li porta a seguire un modello di business difficilmente sostenibile come è altrettanto impegnativo offrire un’elevata qualità del lavoro con margini così bassi. Il vero modello MSP applica una logica completamente diversa: prevede canoni fissi e spinge gli operatori ad avere un approccio proattivo per minimizzare le problematiche tecnologiche dei clienti.

Lo stato degli MSP in Italia

Anche quest’anno Achab ha effettuato un’indagine per tracciare un panorama dello stato degli MSP italiani e offrire indicazioni sulle sfide che stanno affrontando. Gli MSP sono realtà medio-piccole, in prevalenza composte da uomini con età compresa fra i 50 e i 59 anni, i “giovani” rappresentano solo il 12%. Si conferma il trend che negli ultimi due anni ha visto diminuire il numero di microaziende e aumentare quello di aziende strutturate. Rispetto al 2021, il numero di MSP che fattura tra 500.000 euro e 1 milione è passato dal 31 % al 43 %.

Negli ultimi anni c’è stato anche un costante incremento nel numero di MSP che gestiscono oltre 100 clienti. L’85% degli MSP offre servizi a studi professionali. Quasi la stessa percentuale ha tra i propri clienti aziende che operano nel settore della produzione.

L’MSP tipico dedica alla formazione tra il 6 e il 10 % del suo tempo. Il 98% degli MSP partecipa a eventi di settore, dal vivo o virtuali. Gli argomenti che approfondiscono sono soprattutto legati alla cybersecurity, ai prodotti utilizzati e all’organizzazione dei propri processi aziendali. I principali problemi riguardano il reperimento di personale tecnico, la mancanza di risorse, l’efficienza aziendale, l’organizzazione di un workflow per l’helpdesk, la generazione di lead e i tempi di risposta dei fornitori.

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Sempre più verso i servizi gestiti

Si conferma invece il trend che sempre più spesso vede gli MSP abbandonare il modello di business reattivo o break/fix (24% degli operatori interpellati) in favore di un modello basato sull’erogazione di servizi IT gestiti a fronte del pagamento di canoni ricorrenti (61% delle realtà intervistate). Gli interventi presso il cliente cedono il passo a sistemi di controllo remoto e piattaforme RMM. Cresce anche se moderatamente, il numero degli MSP che usa strumenti PSA (Professional Software Automation) per la gestione del ticketing/help desk.

Nel 2021, il 60% degli MSP ha dichiarato di aver aumentato il proprio fatturato, nel 54% dei casi l’aumento è andato oltre il 10%. “Per il 2022 – conclude Andrea Veca il 63% degli MSP pensa di aumentare il proprio fatturato, segno che il mercato dei servizi IT è un settore in fermento e i servizi gestiti sono un modello di business che rende e aiuta a crescere anno su anno”.