Lavoro pubblico, la PA non è ancora pronta per la ripresa

Secondo la ricerca su lavoro pubblico 2022 di FPA è improrogabile costruire una PA che sappia gestire le risorse in arrivo tra PNRR e politica di coesione.

pubblica amministrazione

Nel periodo tra la fine del 2021 a tutto il 2029, tra PNRR e fondi della politica di coesione, all’Italia arriveranno 484 miliardi di euro. Si tratta di spese straordinarie e aggiuntive da programmare, gestire, monitorare e rendicontare. In media, saranno 54 miliardi l’anno. Una quantità di risorse senza precedenti che dovrà essere coordinata da una Pubblica Amministrazione non in ottima salute, soprattutto sul versante del lavoro pubblico.

Molti i dipendenti pubblici e con età media di 50 anni

Infatti, secondo la ricerca su Lavoro pubblico 2022 realizzata da FPA, i dipendenti pubblici italiani in Italia sono fermi a 3,2 milioni (a fronte di oltre 3 milioni di pensionati), il 14,5% del totale degli occupati, lontani dai 5,7 milioni della Francia, i 5,3 milioni del Regno Unito e i 5 milioni della Germania. Hanno un’età media di quasi 50 anni, fanno poca formazione (spendiamo appena 40 euro l’anno a persona per l’aggiornamento) e, nonostante una buona quota di laureati (il 42,6%), hanno principalmente competenze giuridiche, adatte a gestire procedimenti più che progetti, spesso disallineate dalle reali esigenze.

103 mila posti messi a bando, ma solo 14,5 mila assegnati

Per quanto riguarda i concorsi per il lavoro pubblico: su 55 già indetti tra il 2019 e il 2021, 30 si sono conclusi e 25 sono ancora in corso, ma dei 103 mila posti messi a bando appena 14,5 mila sono stati assegnati e oltre 88 mila (in gran parte nella scuola) sono ancora vacanti. Per raggiungere l’obiettivo di “4 milioni di dipendenti pubblici con un’età media di 44 anni e competenze adeguate” fissato entro il 2028 dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, considerando anche i previsti 500mila pensionamenti, entro 6 anni bisognerebbe assumere quasi 1,3 milioni di persone – circa 200 mila ogni anno – con un’età media di 28 anni, avviando un grande piano di formazione impostato su un’analisi delle necessarie competenze.

C’è però una campagna di reclutamento che ha raccolto grandi adesioni e sta rispettando la tabella di marcia, portando nel settore pubblico giovani qualificati. È quella per i professionisti del PNRR, per cui nel solo 2021 sono state ricevute 160 mila candidature e sono già oltre 15 mila le assunzioni a tempo determinato realizzate (sommando procedimenti realizzati, conclusi e in corso d’opera). Una quota superiore al 50% del totale previsto, che indica il rispetto del timing fissato entro il 2023.

Gianni Dominici, Direttore generale di FPA
Di fronte alla sfida di gestire una mole di risorse senza precedenti, serve costruire con urgenza una PA capace di lavorare per progetti, che passi dalla cultura dell’adempimento a quella del risultato. La PA deve diventare più attrattiva per i giovani competenti, rafforzare identità, motivazione e appartenenza dei suoi dipendenti e condividere un progetto comune con le nuove generazioni. Si deve costruire un’organizzazione agile basata su obiettivi e risultati, premiare il merito, riconoscere le elevate professionalità e sostenere la formazione.