s-mart: investimenti in sicurezza ancora poco recepiti

Andrea Bettoni, ceo di s-mart, spiega il 2020 per la sua azienda e quali sfide e prospettive l'aspettano quest'anno.

cybersecurity

Un 2020 super per gli investimenti in sicurezza mentre sui servizi per la conformità alle normative privacy c’è stato un drastico rallentamento. Andrea Bettoni, ceo di s-mart, ha spiegato così il 2020 sul quale ha posto le basi per affermare che sul 2021 solo la fine della pandemia potrà darci delle risposte. In ogni caso sicurezza sicurezza e ancora sicurezza, anche se, secondo il ceo “le imprese dimostrano comunque una certa difficoltà a investire in sicurezza, per quanto la consapevolezza di questa necessità negli ultimi tempi sia cresciuta poiché i casi di violazione dei dati sensibili sono diffusi”. Ecco come ha risposto allo speciale canale 2021 di ChannelTech.

s-mart: investimenti in sicurezza ancora poco recepiti
Andrea Bettoni, ceo di s-mart

Come è andato il 2020 in ambito sicurezza e privacy?

Nonostante il brusco e imprevisto rallentamento dell’economia, il nostro mercato sia a livello di fatturato che di partner gestiti è cresciuto complessivamente in modo soddisfacente. Nel corso dell’anno è emersa una tendenza diametralmente opposta tra le nostre soluzioni di cybersecurity e i servizi per la conformità alle normative privacy (GDPR). Le prime hanno registrato un forte incremento della domanda, dovuta soprattutto alla maggiore esposizione ai rischi dovuti all’improvvisa e non pianificata evoluzione del lavoro in smart working e alla crescita esponenziale degli attacchi informatici massivi sulla micro e piccola impresa. I servizi legati alla privacy, che erano diventati un core business molto importante per imprese come la nostra, hanno invece subito un drastico rallentamento, perché la priorità degli imprenditori è stata quella di dedicare le proprie risorse economiche agli investimenti essenziali alla continuità dell’attività. Nonostante tutto, la chiusura dell’anno è stata positiva e in linea con le nostre aspettative di crescita di inizio 2020, per il quale avevamo previsto un incremento del fatturato del 30%, atteso come ritorno degli investimenti fatti nei due anni precedenti per ristrutturare il nostro modello organizzativo.

Quali sono stati gli ambiti che hanno performato meglio?

Sicuramente gli ambiti legati alla necessità di sicurezza informatica, talvolta elementare, di cui il mercato sembra essersi improvvisamente accorto trovandosi nella improvvisa delocalizzazione del lavoro dovuta al lockdown e al conseguente passaggio obbligato allo smart working, per mantenere almeno parzialmente attivi i processi lavorativi aziendali. Quindi, i servizi di protezione delle piccole reti aziendali e dei dispositivi usati in ambiente domestico, così come le soluzioni in cloud per la sicurezza dei sistemi e dei dati.

Quali sono i servizi che avete offerto?

All’interno della nostra consueta offerta di soluzioni per la cybersecurity, i prodotti che hanno attirato un interesse particolare sono stati gli antivirus consumer per gli utenti domestici, quelli gestiti in cloud (che hanno consentito di estendere la protezione già presente in azienda ai dispositivi utilizzati in smart working) e gli UTM per piccole reti aziendali che hanno avuto una impennata di richieste legate alla necessità di creare VPN sicure tra l’azienda e il dipendente che, trovandosi a lavorare da remoto, aveva comunque bisogno di accedere al server aziendale.

Che anno sarà il 2021?

Nel 2021 si sta già delineando una continuità a livello di richiesta da parte del mercato, rispetto all’anno appena trascorso. Gli scenari futuri sono ancora difficilmente identificabili, a causa dell’incertezza che regna sui tempi di uscita dalla crisi pandemica. Le imprese dimostrano comunque una certa difficoltà negli investimenti in sicurezza, per quanto la consapevolezza di questa necessità negli ultimi tempi sia cresciuta poiché i casi di violazione dei dati sensibili sono diffusi. I nostri progetti commerciali prevedono il lancio di molte nuove soluzioni, legate sia alla riduzione dei rischi informatici sia ad aiutare le imprese ad adeguarsi a quanto indicato dal GDPR – ormai in vigore da quasi tre anni – che oltre a tutelare la privacy dei cittadini, impone di fatto modelli organizzativi legati al miglioramento della sicurezza. Tutto ciò farebbe prevedere uno scenario positivo per chi come noi la sicurezza la distribuisce, affinché questa previsione si avveri serve avere maggiore fiducia, che solo una previsione certa di uscita dalla pandemia in corso potrà scatenare.