
Oggi solo poche aziende hanno realizzato una vera Unified Communication. Il Channel Manager di Snom, Rosario Pitanza, ci spiega perché.
Quando si parla di Snom, azienda tedesca che da oltre 25 anni rappresenta un riferimento nel mercato dei terminali professionali per la comunicazione IP, è inevitabile inserirla nel contesto più ampio della Unified Communication, un paradigma ormai consolidato nelle strategie delle imprese moderne. A onor del vero il tema Unified Communication è dibattuto da tempo, ma oggi più che mai assume un valore centrale, in quanto per le aziende rappresenta la possibilità concreta di integrare i diversi canali di comunicazione (voce, e-mail, chat, videoconferenze) all’interno di un’unica piattaforma interoperabile.
Un’integrazione più teorica che reale
Tuttavia, come sottolinea Rosario Pitanza, Channel Manager di Snom per l’Italia, Malta, Balcani e Israele, “ciò che si osserva quotidianamente è che l’integrazione è ancora più teorica che reale: la frammentazione rimane elevata, e molte aziende continuano a utilizzare sistemi separati per i vari ambiti della comunicazione”. È vero che esistono piattaforme come Microsoft Teams o Zoom, che consentono una gestione unificata della comunicazione, ma la realtà operativa di molte imprese racconta ancora un’altra storia: sistemi per la messaggistica istantanea da una parte, infrastrutture dedicate alla posta elettronica dall’altra e centralini IP (on-premises o in cloud) a gestire le comunicazioni vocali.
“Solo una percentuale ridotta di aziende è riuscita a realizzare un’integrazione sistemica dei propri canali di comunicazione – afferma Pitanza –. Nella maggior parte dei casi, le imprese adottano approcci incrementali o ibridi, in cui i centralini IP vengono gestiti da sistemi distinti rispetto agli strumenti di collaboration, mentre la comunicazione e-mail rimane ancorata a server legacy o a piattaforme cloud scollegate dal resto dell’infrastruttura”. Questa situazione non solo rallenta l’efficienza operativa, ma impedisce anche l’adozione di funzionalità avanzate, come l’integrazione nativa con tool di intelligenza artificiale conversazionale, l’analisi predittiva delle interazioni o l’automazione dei flussi di risposta.
Non telefoni ma endpoint intelligenti
L’evoluzione tecnologica (che coinvolge AI, sicurezza e mobilità) impone una riflessione strutturata. “Oggi più che mai è necessario puntare a un’integrazione reale dei sistemi di comunicazione. E la Unified Communication & Collaboration sta assumendo una configurazione nuova, più completa”.
È in questo scenario complesso e articolato che si colloca la value proposition di Snom. A caratterizzarla troviamo una filiera di sviluppo completamente interna, che va dalla progettazione hardware al firmware proprietario, passando per l’interoperabilità certificata con decine di piattaforme PBX, UCaaS e soluzioni verticali. “Fin dalla nostra fondazione abbiamo scelto di non limitarci a produrre semplici telefoni – precisa Pitanza –, ma di progettare endpoint intelligenti, perfettamente integrabili in qualsiasi ecosistema UC, capaci di evolversi insieme alle esigenze dei nostri partner e clienti”.
D’altra parte, nonostante la crescente digitalizzazione, ancora oggi la comunicazione vocale professionale non può essere affidata esclusivamente ai dispositivi mobili. “Il cellulare non è adatto per tutti gli ambienti. Pensiamo ai magazzini, alle aree produttive, a contesti dinamici dove il personale si muove continuamente: dare uno smartphone costoso e fragile a un operatore su un muletto è impensabile. Servono terminali robusti, professionali, integrati nella rete aziendale”. Ed è proprio qui che Snom continua a eccellere, offrendo soluzioni affidabili e performanti.
Assicurare la produttività ovunque
Parallelamente, l’evoluzione delle modalità lavorative (in particolare il ricorso diffuso allo smart working) ha modificato anche il modo in cui le persone comunicano. Pur assistendo a un graduale ritorno negli uffici, come richiesto da grandi organizzazioni (come è stato per esempio il caso di Amazon, Boeing o UPS) permane un’esigenza diffusa di flessibilità. “Oggi la produttività non è più legata a un luogo, ma alla capacità di raggiungere gli obiettivi, ovunque ci si trovi – spiega Pitanza –. Non basta avere un PC per lavorare da remoto: l’ambiente domestico può essere inadatto, rumoroso, privo delle condizioni ottimali per comunicare in modo professionale”.
Proprio in risposta a queste esigenze, Snom ha esteso il proprio portafoglio con nuove linee di cuffie Bluetooth, compatibili con PC e smartphone, e speaker portatili ideati per effettuare audioconferenze dall’ufficio alla casa, fino a stazioni e aeroporti. “I nostri speaker permettono riunioni di alta qualità ovunque. Non dimentichiamoci che la qualità audio è oggi un fattore critico: non basta poter parlare, serve che la voce sia chiara, priva di interferenze, comprensibile in ogni dettaglio, specie durante una trattativa commerciale o una call tecnica”.
La voce resta dunque un asset strategico. Per questo motivo, Snom ha lanciato una nuova serie di telefoni da scrivania con schermi più ampi, capaci di offrire una visualizzazione chiara e intuitiva delle informazioni su colleghi, interlocutori e status delle linee. “La nostra attenzione è rivolta all’evoluzione delle esigenze, con dispositivi sempre più orientati all’integrazione con le piattaforme di UC, ma anche capaci di restituire un’esperienza utente immediata e di valore”.
Focus su enterprise, PA e siti produttivi
L’ambiente enterprise resta il focus primario per Snom. Tuttavia, l’azienda ha registrato un forte interesse anche da parte della Pubblica Amministrazione, sia in ambito centrale che periferico. “A Roma, per esempio, abbiamo clienti come Poste Italiane o ministeri, che richiedono telefoni professionali per una comunicazione interna fluida ed efficiente. È vero che i cittadini oggi dialogano con la PA tramite Internet, ma tra uffici si comunica ancora con la voce. E per questo servono strumenti affidabili”.
In modo analogo, i siti produttivi rappresentano un’altra area ad alta domanda. “Pensiamo a fonderie, magazzini, stabilimenti alimentari o aziende industriali: in questi contesti, la comunicazione in mobilità è essenziale. E proprio qui i dispositivi Snom, cordless e rugged, risultano particolarmente apprezzati”.
Apertura verso l’hospitality
Un altro ambito su cui l’azienda sta investendo è quello dell’hospitality. “Il settore alberghiero, in particolare in Italia, è in forte evoluzione – dichiara Pitanza –. E per normativa, molte strutture devono ancora disporre di telefoni nelle camere. In questo ambito, però, la differenza non la fa tanto la funzionalità, quanto il design”. In risposta, Snom ha sviluppato dispositivi che combinano robustezza, funzionalità e appeal estetico, differenziandosi così dai concorrenti anche in questo segmento.
Nel contesto dell’hospitality, inoltre, è fondamentale che i terminali telefonici siano compliant con il GDPR e che non memorizzino alcun dato personale o informazione sensibile. “Questo vale sia per rispetto della normativa, sia per una questione di sicurezza operativa: ogni volta che un ospite lascia la stanza il dispositivo non deve aver traccia di chiamate effettuate, numeri digitati o rubriche accessibili. Per questo abbiamo progettato terminali specifici, completamente privi di memoria persistente, che si azzerano automaticamente a ogni nuovo utilizzo”.
La formazione che fa la differenza per i partner UC
Nel panorama competitivo delle soluzioni di unified communication, Snom punta su un elemento distintivo: il valore della formazione diretta per i propri partner. Lo conferma Pitanza: “Oggi proporre una soluzione integrata di comunicazione significa aiutare il cliente a semplificare e velocizzare i flussi interni, ma per farlo servono competenze tecniche avanzate”.
Per questo, Snom investe in un programma di formazione in aula, una scelta controcorrente in un settore sempre più orientato all’online. “Crediamo fortemente nel confronto umano: la presenza in aula consente di chiarire dubbi, affrontare casi reali e costruire un dialogo diretto tra esperti – spiega Pitanza –. È un elemento che i nostri partner apprezzano moltissimo e che fa la differenza in termini di preparazione ed efficacia sul campo”.
L’azienda può contare su una rete di circa 1.400 rivenditori in Italia, di cui 500 certificati, distribuiti in modo capillare da nord a sud, comprese le isole. Negli ultimi anni, grazie anche all’espansione nel settore hospitality, Snom ha rafforzato la sua presenza anche in regioni tradizionalmente meno coperte come il Sud Italia, la Campania e la Puglia.
“Abbiamo allargato il nostro bacino di partner – conclude Pitanza – raggiungendo settori e territori prima meno esplorati, grazie a soluzioni pensate anche per le strutture ricettive e gli ambienti non tradizionali”. Un approccio che valorizza il canale e consolida la posizione di Snom come player chiave nell’ecosistema delle comunicazioni unificate, non solo aziendali.