L’evoluzione del data center, intervista a Orla Ni Chorcora di Equinix

Tutti i settori stanno sfruttando il digitale per accelerare gli obiettivi ESG, e al tempo stesso vogliono lavorare con partner sostenibili.

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Intervistiamo Orla Ni Chorcora, VP EMEA Channel Sales di Equinix, che ci parla del futuro dei data center e delle tendenze di un mercato sempre più dinamico

– Secondo Equinix, quali sono le tendenze del momento per quanto riguarda i data center?

Il nostro bisogno di dati continua a crescere e così il quantitativo di strutture deputati alla loro gestione, in tutto il mondo. Secondo un recente report dello studio legale DLA Piper gli investimenti totali in infrastrutture di data center globali sono più che raddoppiati nel 2021, passando da 24,4 miliardi di dollari nel 2020 a 59,5 miliardi di dollari, mentre, nello stesso periodo, il numero totale di transazioni di data center è aumentato del 64%, passando da 69 nel 2020 a 117 nel 2021. In Italia, secondo l’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, esistono 190 strutture di Data Center, e si prevede che questo numero sia destinato a superare le 200 unità nei prossimi tre anni.

Il 2023 dunque si prospetta perfettamente in linea con questi tassi di crescita e con il trend del momento, ovvero la digitalizzazione e la progressiva interconnessione, nei confronti della quale Equinix si propone come primo facilitatore, lavorando per creare corridoi digitali da cui possano partire poi i servizi, prodotti e lo sviluppo stesso di un Paese.

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La crescita, tuttavia, deve rispondere a precisi criteri di sostenibilità, proprio in virtù della natura energivora del comparto. Per questo Equinix, in qualità di leader di settore, rafforza da anni il suo impegno verso il raggiungimento della climate neutrality entro il 2030 attraverso un approccio “Future First” che unisce energia rinnovabile (95% del consumo globale 2021), green financing e lo sviluppo e l’impiego di nuove tecnologie di decarbonizzazione, ma il trend si può osservare a livello davvero globale.

– Quale osservatore privilegiato, come interpreta l’esponenziale crescita dei dati e, conseguentemente, il progressivo incremento delle risorse necessarie a gestirle?

A seguito della pandemia globale moltissime aziende si sono reinventate digitalizzandosi e oggi la progressiva densità di questo ecosistema continua ad essere un catalizzatore di innovazione ed opportunità. La trasmissione di un dato da un luogo all’altro non comporta infatti unicamente una consegna da un punto A ad uno B, anzi: ci possono essere passaggi intermedi dove le informazioni vengono lavorate da imprese locali che la elaborano, proteggono e conservano prima di ripartire nuovamente.

Non a caso, il nostro Global Interconnection Index (GXI) 2023 prevede che entro il 2025 il 90% delle aziende Fortune 500 diventeranno digital provider, vendendo e consumando servizi digitali, e pensiamo alle possibilità dettata dal nbostro hub di Genova, GN1, nuovo punto di riferimento digitale per l’area mediterranea che connette miliardi di persone attraverso il cavo 2AFRICA.

Eppure, nei confronti di questa espansione ci vuole un grosso senso responsabilità, pensando alle nostre infrastrutture come a qualcosa che possa garantire la continuità di servizi essenziali, ma non a discapito del pianeta. Per questo il nostro lavoro deve anche passare da uno sforzo di ricerca costante.

 – In un mondo sempre più “data-driven”, connettività e data center saranno sempre più importanti, quali tendenze avete rilevato presso i Vs. clienti?

Sempre facendo riferimento al nostro indice GXI, abbiamo rilevato che le aziende più connesse all’ecosistema – ovvero quelle che si interconnettono direttamente con i partner per fornire i propri servizi digitali – hanno ampliato le proprie operazioni digitali più negli ultimi cinque trimestri che nei cinque anni precedenti. In media, le aziende si connettono a un numero di partner e metropoli dell’ecosistema aziendale tre volte superiore, consumando più del doppio della larghezza di banda di interconnessione.

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Ma non è tutto: oggi sia le aziende che i service provider stanno interconnettendo l’infrastruttura edge il 20% più velocemente rispetto al core a livello globale, e si pensi che Milano supererà probabilmente Stoccolma come seconda “edge metro” europea, grazie alla crescita dei settori manifatturiero ed energetico e all’espansione significativa dei provider Hyperscale.

In altri termini, per raggiungere nuovi risultati di business, le aziende sono sempre più interconnesse con clienti, partner e provider per accelerare la collaborazione e la co-creazione, oltre che per rispettare gli impegni di sostenibilità.

Tutti i settori stanno infatti sfruttando il digitale per accelerare gli obiettivi ESG, e al tempo stesso vogliono lavorare con partner sostenibili, perché un data center più green impatta positivamente su tutta la sua filiera e sui clienti stessi.

– Il Canale può accelerare l’offerta di nuovi servizi e prodotti, come?

In generale, la pandemia ha accelerato il processo decisionale delle organizzazioni nell’investire nella modernizzazione e trasformazione dell’infrastruttura IT, ma soprattutto la crescente domanda di soluzioni multi-vendor sta alimentando la crescita del mercato del Canale, in quanto sempre più organizzazioni cercano infrastrutture e soluzioni IT complete che le aiutino ad affrontare le complesse sfide dell’ambiente odierno.

Un fattore trainante è la continua transizione verso modelli “as-a-service”, che possono essere forniti in un cloud privato, in un cloud ibrido, in un multi-cloud o in una loro combinazione.

Questo è ciò che vediamo attraverso i nostri partner. Le organizzazioni sono alla ricerca di nuovi modi per pagare le soluzioni IT su base ricorrente e ottimizzata rispetto ai grandi investimenti CapEx, quindi i partner che offrono pacchetti “as-a-service” e altri servizi che ruotano attorno a questo tipo di modello, come “infrastructure-as-a-service” e “platform-as-a-service”, continueranno a conquistare nuove attività e clienti.

Non a caso, un elemento cruciale del cambiamento del modello di business di Equinix è la crescente enfasi sull’allineamento con i partner per creare un ecosistema di successo, come dimostrano i nostri risultati più recenti: nel terzo trimestre del 2022, le vendite di canale di Equinix hanno registrato il sesto trimestre consecutivo di prenotazioni record, rappresentando oltre il 35% delle prenotazioni totali e circa il 60% dei nuovi loghi.

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In effetti, vediamo un numero sempre maggiore di aziende che, nello sviluppo della loro trasformazione digitale, cercano un ecosistema, chiedendo ai provider di essere in grado di collaborare con gli altri per offrire la migliore esperienza possibile. Credo che questo sia l’altro motivo per cui il canale accelera i nuovi servizi e perché, in Equinix, lavorare con gli ecosistemi non è solo uno slogan di marketing, ma una filosofia di lavoro radicata nel nostro DNA.

Equinix è una società di ecosistemi, che ha trascorso 20 anni a creare connessioni (fisiche, virtuali e di altro tipo) con le migliaia di reti che fanno scorrere il nostro mondo digitale. La nostra previsione per i prossimi anni è di vedere il 50% delle prenotazioni arrivare attraverso il Canale entro il 2025, grazie all’investimento nei nostri programmi di Canale e al miglioramento dei sistemi e dei processi per sfruttare in modo ottimale la nostra rete di partner ed espandere la portata. Come dimostrano i risultati trimestrali, siamo sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo.

– In qualità di VP EMEA Channel Sales, come farà per favorire la crescita del canale e potenziale le esperienze dei vostri partner?

C’è un proverbio africano che amo citare: “Se vuoi andare veloce, vai da solo, se vuoi andare lontano, vai insieme”. Credo che qui in EMEA siamo in una fase ancora iniziale della costruzione del nostro canale, ma lo stiamo realizzando e plasmando insieme ai nostri partner.

La crescita del canale si basa sulla creazione di un rapporto di fiducia con i nostri partner e, da quando sono entrata in azienda, abbiamo trascorso gli ultimi diciotto mesi ad approfondire i rapporti con loro, promuovendo l’allineamento dei dirigenti a tutti i livelli dell’organizzazione e avvicinando i nostri venditori e quelli dei nostri partner, in modo che possano lavorare insieme per ottenere risultati migliori e più rapidi per i nostri clienti comuni.

Si tratta di capire dove sono le sinergie e come sfruttarle insieme, in modo da poter fornire e creare insieme valore per i nostri clienti, sfruttando davvero il potere di molti per raggiungere un obiettivo comune per tutte le parti coinvolte.