Appian, il business process management è low code

Appian conferma l'impegno nel low code per le applicazioni aziendali e anticipa l'intenzione di investire in iniziative marketing e programmi mirati per il canale.

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Da vent’anni, Appian si occupa della digitalizzazione dei processi all’interno delle aziende. Tuttavia, pur rimanendo fortemente focalizzata sul business process management, la piattaforma Appian si arricchisce man mano che il mercato cambia ed evolve introducendo nuove funzionalità come case management, engine rules, reportistica.

Il core business di Appian – afferma Silvia Speranza, Regional Vice President Italiaè di realizzare applicazioni che permettano di gestire i processi business critical. Tutte le capability che Appian ha sviluppato all’interno della piattaforma hanno questo unico obiettivo. Abbiamo anche introdotto tecnologie, come il robotic process automatiom e il process mining, che aiutano e supportano la componente fondamentale, che è l’automazione dei processi”.

Appian questo lo fa secondo due paradigmi. Uno è quello del low code che consente di accelerare la trasformazione all’interno delle aziende. “Si tratta – continua Speranza – di una trasformazione agile che sempre di più avvicina le componenti It e business”.

Il secondo è quello di “introdursi” all’interno delle aziende in maniera non invasiva, senza stravolgere il patrimonio informativo esistente. Questo è reso possibile dalla capacità di integrare i dati già presenti, ma lasciando l’ownership del dato all’azienda stessa. “Tutto ciò – prosegue Speranza – può essere fatto in maniera rapida perché, nonostante si gestiscano processi critici, si opera con una declinazione low code che consente di realizzare applicazioni almeno dieci volte più velocemente rispetto allo sviluppo tradizionale”.

Per rafforzare la sua affermazione, Silvia Speranza cita uno studio di Gartner secondo il quale si prevede che entro il 2024 il 75% dello sviluppo di applicazioni aziendali sarà realizzato in low code.

Ricavi cresciuti del 33%

Nel secondo trimestre 2022, i ricavi totali di Appian sono stati di 110,1 milioni di dollari, con un aumento del 33% rispetto al secondo trimestre del 2021.

Il 70% di questo incremento – spiega Speranza – è legato alle subscription, il canone ricorrente che i nostri clienti pagano per l’erogazione di un servizio che può essere in cloud oppure on promise. Il restante 30% è invece legato ai servizi professionali”.

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I ricavi derivati dall’iscrizione al cloud sono stati di 57,1 milioni di dollari, con un aumento del 34% rispetto al secondo trimestre del 2021. I ricavi totali delle iscrizioni sono cresciuti del 35% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 76,7 milioni di dollari. Al 30 giugno 2021, il tasso di fidelizzazione dei ricavi da iscrizione al cloud è stato del 116%.

Italia, un mercato molto importante

L’Italia è un mercato importante per Appian ormai da molti anni ormai. “Abbiamo incrementato la nostra base clienti locale concentrandoci principalmente sulle grandi organizzazioni, per aiutarle a realizzare i loro progetti di trasformazione digitale – precisa Salvatore Calvanese, Regional Vice President Italia –. Abbiamo un’ampia gamma di clienti, dai servizi finanziari, assicurativi, logistici e manifatturieri, alle scienze naturali, e più recentemente al settore pubblico, tra cui per esempio, il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, Poste Italiane, Pirelli, CNP Vita, ENEL, ENI, TIM”.

Siamo partiti dal mercato privato aggiunge Calvaneseper poi estenderci al settore pubblico, dove abbiamo clienti come SOGEI, Comune di Milano, CSI Piemonte, uno dei principali Provider Assicurativi Pubblici. Per questo motivo, stiamo anche incrementando le nostre attività di promozione del ruolo del low code. Per esempio, a novembre saremo parte della Milano Digital Week, dove parleremo del ruolo del low code insieme al Comune di Milano”.

Investiremo sempre di più – afferma Speranza – sia in iniziative di marketing sia su programmi mirati per il nostro canale e su quello che secondo noi è un modello necessario e fondamentale per poter crescere all’interno di questo business”.

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Un ecosistema di oltre 20 partner

Abbiamo un ecosistema che al momento comprende oltre 20 partner – afferma Fabio Scottoni, Senior Director Alliances Italia, che sono fondamentalmente suddivisi su due macro-famiglie. La prima raccoglie le partnership a livello globale quindi, i big five della consulenza. Mentre la seconda famiglia è quella delle regional partnership”.

Il nostro ecosistema di partner sta crescendo sempre di più per coprire l’esigenza dei nostri clienti di mettere a terra i progetti basati su tecnologie Appian – afferma Calvarese –. E sempre di più i nostri partner e system integrator sono di supporto anche a realtà nuove che non hanno necessariamente un posizionamento enterprise”.

I partner di servizi stanno quindi aiutando a scalare le soluzioni di automazione low code, che stanno diventando estensioni integrali del business dei loro clienti attraverso la strategia e la progettazione low code, la fornitura di talenti e competenze, lo sviluppo e l’integrazione, la co-innovazione di soluzioni e la co-creazione di centri di eccellenza low-code.

Con la crescita del mercato low code – afferma Scottoni – catalizzata dalle digitalizzazioni globali e dal PNRR dell’Italia, Appian è diventato più strategico per la nostra comunità di Business Partner, la maggior parte dei quali può ora contare su una practice sia locale sia globale, per supportare il crescente numero di progetti, che ha visto un aumento del 300% su base annua”.

Le applicazioni create dai partner

Alcuni esempi di applicazioni create dai partner arrivano da Accenture, Atos Italia e Key Partner.

Tra i principali partner a livello globale di Appian, Accenture ha sviluppato in Italia due soluzioni chiave per supportare le organizzazioni pubbliche a gestire meglio il denaro e le attività legate alla spesa dei fondi erogati dall’UE. Una soluzione prevede la gestione, il monitoraggio, la rendicontazione e le attività di controllo delle spese della Next Generation EU e dei fondi europei. La seconda soluzione riguarda la gestione della comunicazione tra autorità centrale e Regioni e le attività quotidiane relative alla contabilità patrimoniale. Entrambe sono installate presso il Centro Accenture AGIC di Roma.

Mentre in linea con l’iniziativa di Appian #lowcode4all per rendere accessibile il low code, Atos Italia ha lanciato la prima Hyperautomation academy, un percorso di reclutamento e formazione dedicato a partecipanti con esperienza che vengono assunti da Atos e che trascorrono le prime quattro settimane in un percorso di formazione finalizzato a qualificare consulenti in grado di guidare i clienti nell’automazione di progetti di alto valore, integrando soluzioni di automazione, robotica e intelligenza artificiale. Le persone sono state formate su Appian con la collaborazione di un altro partner, Gamma Innovation.

Infine, Key Partner: un digital integrator italiano e partner di Appian, insieme all’Università degli Studi del Molise, ha istituito il nuovo Master Universitario di II livello in “Gestione di sistemi software complessi: nuove tecnologie e metodologie”, disponibile a partire dall’Anno Accademico 2022/23. Il Master ha l’obiettivo di fornire agli studenti competenze specifiche nel campo dell’ICT, attraverso l’erogazione di 175 ore di formazione in aula (sia in presenza sia in remoto), di cui 40 ore di lezioni tenute da professionisti delle aziende Key Partner con un focus sull’integrazione e l’automazione dei sistemi tramite l’utilizzo della piattaforma low code di Appian.