Lalli di Extreme: canale protagonista nella palude complessa del cloud

Extreme Networks prosegue la migrazione verso il cloud che si concluderà nel 2022. Il canale è protagonista grazie al suo valore aggiunto.

Lalli di Extreme: canale protagonista nella palude complessa del cloud

Un networking semplice, senza problemi e a fianco partner di canale che sappiano mettere ‘il sale’ necessario a rendere una soluzione idonea alle esigenze della clientela.

Si è tenuto lo scorso maggio l’evento Extreme Connect, l’evento virtuale per i clienti Extreme Networks, durante il quale si sono toccati messaggi chiave.

Extreme, già da qualche anno, ha accelerato verso la trasformazione digitale legandosi al mondo cloud e uno degli obiettivi prefissati era quello di migrare il portfolio prodotti e renderlo fruibile anche in cloud. “Questa trasformazione – afferma Vincenzo Lalli, Country Manager Italy di Extreme Networksè proseguita e contiamo di completarla entro il prossimo anno; siamo già a buon punto, ci sono ancora molti prodotti che non sono utilizzabili in cloud, soprattutto nell’ambito data center, ma tutte le novità di prodotto che lanciamo hanno la possibilità di essere agganciate al cloud oltre a sfruttarne tutte le potenzialità mettendo a disposizione il servizio di gestione e tool grazie ai quali diamo qualcosa in più rispetto a un’installazione tradizionale e su questo fronte arriva il CoPilot che è un’assistente, a tutti gli effetti, della gestione della rete e del monitoraggio della security. Lalli di Extreme: canale protagonista nella palude complessa del cloudL’abbiamo chiamato CoPilot in analogia al mondo dell’aviazione: il pilota non è in grado di interpretare tutte le informazioni e ha bisogno di un’assistente. Nel mondo del networking abbiamo cercato un parallelismo con il mondo dell’aviazione e il CoPilot è un tool di artificial intelligence che ha lo scopo di analizzare tutta una serie di informazioni che transitano sulla rete e fornire in tempo reale, in una forma intelligibile e semplice, all’amministratore di rete, tutte le informazioni per poter poi prendere delle decisioni”.

La società ha lanciato la piattaforma Extreme 9000 orientata alla network visibility e indirizzata ai cloud provider che gestiscono le comunicazioni 4G e 5G.

Sul 5G non siamo ancora consapevoli di quali possano essere le applicazioni o quale possa essere la killer application nel futuro, quello che sappiamo – prosegue Lalli – è che si tratta di un’architettura vicina, dal punto di vista infrastrutturale, a quella cloud con tutte le problematiche connesse. La piattaforma 9000 fornisce ai provider 5G la visibilità di tutto ciò che accade in termini di informazioni che transitano sulla rete: è una macchina scalabile, programmabile e riesce a fare monitoraggio a livello hardware senza introdurre ritardi o perdite di informazioni dovute al monitoraggio stesso e ha un target preciso, quello dei grossi service provider”.Lalli di Extreme: canale protagonista nella palude complessa del cloud

Lalli spiega che nonostante sembri un controsenso, quasi una formula di penalizzazione dei partner l’aver introdotto un’infrastruttura come servizio, in realtà il canale, e i partner in particolare, ha riscontrato la necessità di modificare l’approccio che aveva fino a qualche anno fa.

Oggi, per Lalli, questi partner assumono un ruolo fondamentale soprattutto su due aspetti. “Il primo è legato alla proposizione. Extreme allarga il portafoglio di offerta portandolo in cloud ma non ha tutta la potenza e la capacità necessaria per poter gestire le centinaia di clienti che giornalmente si affacciano alla tecnologia, basti pensare che abbiamo oltre un milione di device gestiti e quindi è fondamentale avere dei partner che abbiano le competenze giuste sul cloud e che possano da un lato veicolare la vendita dall’altro che abbiano le competenze corrette per poter supportare i clienti e rendere semplice l’applicazione nel networking. Lalli di Extreme: canale protagonista nella palude complessa del cloudL’infrastruttura cloud è molto semplice, dal punto di vista dell’utilizzo, ma complicata dal punto di vista architetturale e di interazione e il partner diventa un pezzo importante di questo puzzle: deve fare in modo che il cliente percepisca solo la semplicità e il valore insito nel cloud. Il partner  – continua Lalli – orienta le sue competenze in ambito applicativo e lo vediamo nei nostri interlocutori che si stanno sempre di più specializzando anche sul mondo application. Il secondo concetto è legato al trend che stiamo vedendo: quello delle Composable application. L’idea è che in un prossimo futuro nasceranno una serie di aziende che avranno il compito di intercettare le esigenze del cliente, di mettere insieme dei tasselli, ma senza reinventare ciò che già esiste, sfruttando le varie applicazioni per creare un prodotto nuovo nel quale mettere il loro valore aggiunto”, conclude Lalli.