WatchGuard: focus 2020 sul canale sempre più orientato agli Mssp

De Tomasi spiega che fino allo scorso anno il parco partner era composto per 30% partner Mssp e 70 tradizionali mentre le previsioni 2020 parlano di 40% partner Mssp e 60 tradizonali.

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Un canale che, nel 2019, ha fatto crescere il fatturato di WatchGuard. Dopo un 2018 eccellente, forte sul Gdpr,  la società ha fatto i conti con un 2019 un po’ defocalizzato per via, per esempio, dell’avvento della fattura elettronica, che ha spostato l’attenzione dalla sicurezza, e dai ‘ponti lunghi’ durante l’anno che non hanno fatto bene agli ordini. Inoltre, la società ha avuto una forte richiesta verso i Managed service security provider (Mssp).

Molti partner stanno spostando la proposizione della sicurezza come servizio Mssp. Partner nuovi e non portano il canale ad andare sempre più verso quella direzione con un approccio sempre più ibrido. Ma, come sottolinea Ivan De Tomasi, country manager Italia di WatchGuard, dipende dal cliente. “Se per le Pmi è più facile passare al servizio Mssp, il grande cliente preferisce ancora acquistare un prodotto”, dice.

WatchGuard: focus 2020 sul canale sempre più orientato agli Mssp
Ivan De Tomasi

De Tomasi spiega che fino allo scorso anno il parco partner era composto per 30% partner Mssp e 70 tradizionali mentre le previsioni 2020 parlano di 40% partner Mssp e 60 tradizonali, tra nuovi rivenditori acquisiti e quelli già in portafoglio che ambiscono al programma Mssp.

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Con De Tomasi si è fatta una panoramica sul 2019 e prospettive 2020: dalle security prediction alle novità che coinvolgono quest’anno. De Tomasi descrive il team di ricercatori quanto più simile a CSI e, analizzando i trend di mercato, verrebbe da dire che la società abbia, in un certo senso, ‘predetto il futuro’. “Il primo criptolocker lo scovammo nel 2015 ma già a metà 2014 lanciammo un prodotto teso a bloccare questo tipo di minaccia”, dice De Tomasi.

Ma, come ha ricordato anche il country manager, le minacce sono in crescendo, soprattutto parlando di ransomware, perché puntano al denaro sotto forma di riscatto. Il mercato del cybercrime è sempre più fiorente fatto da vere e proprie organizzazioni che investono, studiano, mettono a punto e aggrediscono le ‘prede’ con metodi sempre più sofisticati.

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Secondo De Tomasi, il mercato del cybercrime è, oggi, ancora più redditizio di quello della droga. “Facciamo analisi costanti per conoscere il mercato e agire proattivamente in anticipo perché il cybercrime non conosce sosta: le minacce, nella storia, ricorrono e ne nascono di nuove”.

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Passport

Sul fronte dei ransomware, oggi, la società vede una variazione anche nelle modalità di ‘presentazione’ verso i malcapitati. Se un tempo le situazioni erano maggiormente studiate: si analizzava la vittima per giorni dopo di che si agiva con determinazione quasi rasentando l’autenticità, per esempio inviando una mail, oggi gli attacchi sono più rapidi e sfruttano la negligenza. “Spesso gli attacchi influiscono su chi è già stato attaccato. Si pensi all’It manager di un’azienda che ha pagato, viene di nuovo colpito sulla vergogna e sulla debolezza”, dice De Tomasi.

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Da qui parte anche un grosso problema culturale. Servono cybersecurity manager esperti nelle aziende ma il problema è duplice. Da un lato ci sono It manager vecchio stampo che sono convinti di essere dalla parte giusta e non si arrendono di fronte all’evidenza di doversi ‘acculturare’, dall’altra ci sono gli istituti scolastici che dovrebbero supportare questa esigenza di nuove figure professionali.

WatchGuard calcola che il gap tra richiesta del mercato di figure manageriali specializzate e l’offerta di esse aumenterà del 15% nel 2020, quindi vi è da ritenere che “sempre più aziende hanno assunto persone non skillate e saranno esposte a rischi”, spiega il country manager.

WatchGuard: focus 2020 sul canale sempre più orientato agli Mssp

Oltre alla tipologia di minaccia, De Tomasi si sofferma sull’analisi geografica della stessa. “Le principali minacce arrivavano, fino a qualche tempo fa, dalle zone asiatiche puntando su Voip e sistemi di videosorveglianza, aree per lo più lasciate scoperte e trascurate da parte delle aziende. C’è un certo malcostume nelle aziende – spiega De Tomasi – le aziende sono sensibili ai temi della sicurezza ma sulla rete cablata proprio non vogliono sentire ragioni. Inoltre, oggi, il trend vuole che le minacce più pericolose arrivino dall’America”.

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Passport Social

Già dal nuovo continente, dove sembrerebbe che anche lì dovesse sbarcare una normativa simile al ‘nostro’ GDPR, almeno nelle intenzioni si parla del 2020, ma sta riscontrando parecchi problemi a livello federale che ne farebbe slittare l’avvio al 2021.

Infine, un nuovo prodotto, WatchGuard Passport, un pacchetto di servizi di sicurezza che offre protezione completa in qualsiasi posto vadano gli utenti, in un’unica soluzione e facile da implementare. Venduto come una singola licenza per utente, ogni servizio offre una protezione costante e sempre attiva che viaggia con l’utente e offre lo stesso livello di sicurezza all’interno e all’esterno del network.

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I servizi inclusi nel pacchetto Passport permettono di autenticare gli utenti e applicare un’autenticazione forte e a più fattori in VPN, applicazioni cloud, endpoint e altro ancora; aiutano a proteggere gli utenti su Internet, bloccando i tentativi di phishing e applicando la policy di navigazione Web ovunque, in qualsiasi momento senza richiedere una VPN; infine, mantengono i loro endpoint liberi da malware, rilevando e disinnescando le minacce e i relativi canali di comando e controllo. Passport riunisce alcune delle tecnologie più avanzate di WatchGuard:
Autenticazione Multi-Fattore con WatchGuard AuthPoint e Content Filtering e Sicurezza degli Endpoint con DNSWatchGO.