
“Quando la tecnologia abilita il progresso, ESET è qui per proteggerlo”, afferma Michal Jankech, Vice President Enterprise & SMB-MSP di ESET. È una dichiarazione che va ben oltre lo slogan: rappresenta l’essenza di un’azienda che, fin dalle origini, ha scelto di essere un attore tecnico e indipendente, capace di innovare senza pressioni esterne e con una visione di lungo periodo.
Fondata da ricercatori e tecnologi, ESET ha sempre rifiutato l’idea di una crescita fondata esclusivamente sul marketing o su logiche finanziarie aggressive. “Il nostro obiettivo è costruire un’azienda solida, capace di generare valore come fonte primaria di reddito, per continuare a innovare e proteggere nel lungo termine”, spiega Jankech. Una scelta che si riflette nel DNA di una realtà rimasta privata, non quotata in borsa e saldamente radicata in Europa, dove ha il suo headquarter e la sua principale base di ricerca.
Una crescita costante, trainata dalla fiducia delle PMI
ESET vanta oggi circa 700.000 clienti in tutto il mondo, per la maggior parte piccole e medie imprese, il segmento su cui l’azienda ha costruito la propria reputazione. Ma non si è fermata qui. Le crescenti esigenze di sicurezza, l’evoluzione delle minacce cyber e la maggiore attenzione delle istituzioni alla protezione degli asset strategici hanno portato ESET a strutturarsi anche per il segmento enterprise.
È nata così una divisione dedicata ai grandi clienti, in grado di offrire soluzioni avanzate per la cybersecurity, come il threat intelligence scanning e l’analisi avanzata dei comportamenti. Il tutto senza mai perdere la flessibilità: le stesse tecnologie vengono infatti rese disponibili anche per le PMI e il mid-market, attraverso moduli scalabili e pacchetti adattabili alla realtà di ogni singola azienda. “Siamo convinti che tutti abbiano diritto a una protezione di livello enterprise, indipendentemente dalle dimensioni”, sottolinea Jankech.
Dal franchising all’One ESET
Tecnologicamente, ESET si distingue anche per lo sviluppo proprietario: “Il 95% del nostro codice è scritto internamente”. Circa metà dei dipendenti lavora in R&D, a conferma dell’identità tecnica dell’azienda.
Un’identità costruita negli anni attraverso un modello di franchising, come spiega Miroslav Mikus, Chief Sales Officer di ESET: “Ogni mercato è stato inizialmente affidato a un partner locale, come accaduto in Italia fino al 2019″. Oggi però, per i mercati più strategici – tra cui Nord America, Giappone, Germania, UK e Italia – l’azienda sta trasformando il modello in una struttura a uffici diretti.
Questa evoluzione prende il nome di One ESET, un progetto che punta a uniformare processi e modalità operative globali. “Le esigenze dei clienti sono molto più complesse rispetto a 10 anni fa: dobbiamo spiegare meglio come funziona il nostro portfolio e collaborare più strettamente con i partner locali“, afferma Mikus.
Nei quasi 40 anni di storia, ESET ha saputo evolversi da azienda consumer a riferimento nel B2B. “Oggi più che mai – ribadisce Mikus – crediamo che l’Europa debba avere un partner forte nel campo della cybersecurity. E noi vogliamo essere quel partner”.
Il caso Italia: un modello di crescita sostenibile
L’Italia rappresenta oggi uno dei mercati strategici per ESET e il percorso iniziato nel 2019 con l’apertura della filiale diretta è emblematico. “Allora ero solo io. Oggi siamo 44 persone. È un risultato di cui vado molto fiero”, racconta Fabio Buccigrossi, Country Manager per l’Italia.
Una crescita ottenuta anche durante la pandemia, con una precisa scelta di campo: lo smart working. Ma l’obiettivo non era solo aumentare l’organico. “La vera sfida era far capire che ESET non è solo NOD32“, spiega Buccigrossi, facendo riferimento allo storico antivirus con cui il brand è diventato popolare.
“Molti rivenditori ci vedevano come un vendor solo per la microimpresa. Oggi vogliamo essere un partner completo, capace di accompagnare le aziende anche nel mid-market, con un portafoglio di soluzioni completo e competitivo“.
Una strategia che ha pagato. Il fatturato italiano è passato da circa 8 milioni nel 2019 a quasi 20 milioni nel 2024, raddoppiando il valore medio per partner e conquistando oltre 3.000 rivenditori attivi. “Vogliamo crescere nella qualità delle relazioni, non solo nei numeri. Per questo restiamo un’azienda channel-only: tutti i nostri servizi, anche quelli più avanzati, sono erogati solo tramite partner”, ribadisce il country manager.
Il valore di un SOC italiano
Una delle scelte più strategiche di ESET Italia è stata l’apertura di un Security Operation Center (SOC) locale, con tecnici italiani. “Non per nazionalismo, ma perché so che i nostri tecnici sono tra i migliori. Parlare la stessa lingua del cliente, soprattutto nei momenti critici, è un vantaggio enorme“, osserva Buccigrossi.
Il SOC opera H24, 365 giorni l’anno, offrendo servizi MDR (Managed Detection & Response) anche in white label per i partner MSP. “Consentiamo ai partner di offrire servizi gestiti di protezione continua, aumentando la marginalità e rafforzando la relazione con il cliente finale”. Attualmente oltre 200 aziende italiane si affidano a questo centro per la loro protezione continua.
Questo modello ha portato ESET a vincere il premio come miglior soluzione MDR in Italia nel 2023, segnando un importante riposizionamento. “Siamo passati dall’essere percepiti come un vendor da microimpresa a essere considerati un player di valore anche nel mid-market. E ci confrontiamo con importanti concorrenti globali”, dice con soddisfazione Buccigrossi.
La prevenzione prima della cura
Alla base del successo di ESET c’è una piattaforma tecnologica avanzata, che mette al centro la prevenzione prima della detection. “Molti operatori si fermano alla segnalazione di un incidente. Noi agiamo subito per bloccare l’attacco, poi lasciamo al partner la gestione del cliente finale“, spiega Samuele Zaniboni, Manager of Sales Engineering di ESET Italia.
La piattaforma XDR di ESET integra strumenti di intelligenza artificiale per la correlazione degli eventi, il sandboxing cloud e persino un motore LLM simile a ChatGPT. Questo permette agli analisti di sicurezza – e anche ai partner meno strutturati – di interrogare la piattaforma in linguaggio naturale con domande come: “Cosa sta succedendo?” o “Qual è la priorità?”
“L’AI è parte integrante del nostro approccio da anni: già nel 1995 lavoravamo a modelli predittivi per intercettare le minacce in modo proattivo – ricorda Zaniboni –. Il nostro team è composto da ingegneri e ricercatori appassionati: dietro ogni soluzione ci sono studio, analisi e visione tecnica”.
Verso l’Open XDR e la sovranità digitale
La roadmap tecnologica di ESET guarda con decisione verso l’Open XDR, un modello aperto all’integrazione con soluzioni terze senza rinunciare alla coerenza architetturale. L’obiettivo è offrire un’esperienza fluida, potente e personalizzabile per ogni tipo di cliente.
Un altro pilastro è la sovranità del dato. In quanto vendor europeo, ESET garantisce la conformità alle normative comunitarie: i dati vengono cifrati già sul dispositivo dell’utente prima ancora di raggiungere la sandbox e sono conservati in data center localizzati in Europa. “È una scelta che consideriamo naturale, ma che non tutti i vendor internazionali sono pronti a garantire”, sottolinea Zaniboni.
Le armi vincenti: tecnologia, fiducia e prossimità
In un mercato sempre più affollato e complesso, ESET si distingue per un approccio concreto, tecnico e customer-first. L’azienda mette al centro la fiducia nei partner, la prossimità linguistica e culturale, e una tecnologia proprietaria sviluppata interamente in Europa.
“Il mercato enterprise è presidiato dai big player, ma la vera opportunità sta nelle PMI – conclude Buccigrossi –. Aziende che hanno bisogno di servizi evoluti ma non hanno team interni dedicati. È lì che vogliamo fare la differenza, insieme ai nostri partner“. Un’ambizione chiara, costruita su basi solide.