La tecnologia si mette al servizio della cultura: UniPA sceglie Nutanix per ottenere un’infrastruttura cloud resiliente, performante, scalabile e anche sicura. Oltre che aperta a tutti gli hypervisor presenti sul mercato e in grado di supportare una piattaforma di Virtual Desktop. L’Università di Palermo si era posta l’obiettivo di incrementare resilienza, prestazioni e scalabilità dei propri sistemi informativi. Inoltre garantire ai propri dipendenti la possibilità di accedere alle postazioni di lavoro da qualsiasi luogo attraverso l’adozione di soluzioni di virtualizzazione delle postazioni di lavoro.
UniPA sceglie Nutanix
L’occasione arriva grazie a un finanziamento regionale inatteso di fondi non utilizzati dagli Enti Locali ed erogato nel 2022 dall’Autorità Regionale per l’Innovazione Tecnologica (ARIT). Così UniPA dà il via a un progetto di rinnovamento dell’infrastruttura informatica a novembre dello stesso anno. Con la tecnologia Nutanix quale elemento chiave per ottimizzare le prestazioni e la scalabilità dei propri sistemi.
Caratteristiche e performance ottime
Pietro Paolo Corso, Delegato ai progetti extraordinari e alle infrastrutture digitali, Università di Palermo
La tecnologia Nutanix è stata scelta per le sue caratteristiche di eccellenza, in termini di performance e di funzionalità. E anche perché è l’unica aperta a tutti gli hypervisor. Una caratteristica che ci consentirà di poterci aprire a collaborazioni con soggetti terzi in un’ottica di servizio per il territorio regionale e non solo.
Il partner Teleconsys – Digital Innovation Company
Con il partner Teleconsys – Digital Innovation Company che supporta le organizzazioni pubbliche e private in tutte le fasi del loro viaggio di evoluzione digitale, nel 2023 inizia l’installazione fisica dei cluster. I cluster sono situati in una nuova area destinata a data center del campus universitario. Essa viene portata a termine senza intoppi in una sola settimana.
Il bando di concorso
Riccardo Uccello, Dirigente dell’Area Sistemi Informativi di UniPA
Abbiamo scelto Citrix e Nutanix. Infatti oltre a soddisfare tutti i requisiti del bando di gara, proponevano una tecnologia che di fatto era l’unica capace di garantire la totale apertura verso tutti gli hypervisor e gli ambienti di lavoro.In particolare, la soluzione conta due cluster composti, ciascuno, da 5 nodi Nutanix. Dei quali uno dedicato prevalentemente alle utenze amministrative configurato soprattutto per erogare una grande capacità di calcolo. L’altro, destinato all’utenza didattica corredato anche con GPU. In modo da supportare in futuro anche le applicazioni di Intelligenza Artificiale.
La tecnologia è al servizio della cultura, così UniPA sceglie Nutanix
Il progetto di virtualizzazione è stato realizzato in più fasi. Da marzo a maggio 2023 è stata attivata l’infrastruttura con la soluzione Citrix ed è stato gestito l’aspetto dell’autenticazione. Oggi Citrix è fruibile senza soluzione di continuità in modalità single-sign-on per tutto l’ecosistema di servizi di UniPA. Successivamente c’è stata l’attivazione delle licenze Windows necessarie al deploy della modalità host shared desktop. A giugno il sistema di identificazione era allineato e performante. Nella terza fase c’è stato l’onboarding degli utenti seguita dalla formazione degli utenti.
L’Università di Palermo guarda al futuro
Pietro Brignola, Responsabile dell’Area Sistemi Informativi di UniPA
Stiamo guardando all’infrastruttura iperconvergente non solo come architettura di servizio alla componente VDI. Ma anche come punto di convergenza di tutte le architetture computazionali. Noi vorremmo fossero orchestrate dalla componente applicativa Nutanix. Quindi stiamo valutando la sostituzione di altri apparati legacy, al momento presenti nel vecchio data center. Per proseguire poi nel processo di rinnovamento e apertura verso l’esterno. Ciò oltretutto ci consentirà economie significative in termini di gestione e manutenzione.
I due cluster di UniPA
Non solo. Già oggi i due cluster di UniPA operano supportandosi a vicenda in caso di malfunzionamenti o di picchi di carico. L’Ateneo sta però anche valutando la possibilità di realizzare un vero e proprio sistema di disaster recovery sfruttando la tecnologia Nutanix.