Laudati: perchè ho deciso di lasciare il lavoro da dipendente

Angelo Laudati, fondatore di Bitmetrica, si racconta in questo ritratto. Tra interessi, scelte dolorose e vincenti.

Laudati: perchè ho deciso di lasciare il lavoro da dipendente

Angelo Laudati, imprenditore digitale classe 1984, con l’obiettivo di supportare la crescita di Pmi e startup, nel 2016 ha dato una svolta alla sua vita lavorativa rassegnando le dimissioni dalla multinazionale per cui lavorava per dare il via ad una carriera in proprio che è sfociata nella fondazione di Bitmetrica, web agency oggi compresa nel 3% delle realtà nel mondo che detengono il titolo di Google Premier Partner.

Fondata nel 2018, Bitmetrica ha riscontrato una crescita del +300%. Attualmente conta un team di 9 smart worker distribuiti tra l’Italia e il Brasile. ChannelTech ha voluto conoscerlo meglio raccontando la sua storia e realizzando il suo ritratto.Laudati: perchè ho deciso di lasciare il lavoro da dipendente

Laudati, si descriva chi è in poche battute

Sono un imprenditore digitale, uso il computer da quando ne ho 5 ed è diventato il mio lavoro. Mi piace quello che faccio e non lavoro come un dipendente. Lavoro anche di più, ma lo faccio perché mi piace.

Cosa significa essere oggi ai ‘posti di comando’?

Significa saper prendere decisioni, anche difficili, ma bisogna scegliere. Non sempre si vede il risultato del proprio lavoro, bisogna un po’ avere fede, molte volte è un salto nel buio. Molte molte invece, i numeri ci aiutano a capire che siamo sulla strada giusta.

A cosa deve il successo nel suo lavoro?

Sono una persona precisa, meticolosa. Creo file excel per ogni cosa, mi piace monitorare tutto. Ho una conoscenza ampia di molti argomenti e sono molto curioso su quelli che non conosco. Mi butto a capofitto fin quando non trovo una soluzione. La testardaggine fa bene in questo lavoro, quando è spinta dalla conoscenza.

Come si è avvicinato al mondo dell’Ict?

Utilizzo il pc da tantissimi anni, volevo fare il pubblicitario ma poi ho visto che la pubblicità era solo fare branding, per molti. Io volevo qualcosa di misurabile, volevo sapere che fine facessero i soldi che si spendono nella pubblicità. Ecco perché il digital mi ha da sempre affascinato, perché è possibile misurare tutto e avere dei riscontri molto più precisi dei media tradizionali.

Mi dia tre aggettivi che descrivano il core business della sua azienda.

Velocità, abilità e performance.

Quali sono le migliori scelte che ha fatto da un punto di vista professionale?

Lasciare il lavoro da dipendente è stata sicuramente la migliore scelta che abbia fatto. Lavoro molto di più, ma ho finalmente la possibilità di decidere io quando e cosa fare. I risultati dipendono totalmente da me. Un’altra grande scelta è stata coinvolgere persone molto qualificate, perché il salto vero lo si fa con risorse davvero esperte.

Si è mai trovato nella necessità di fare scelte dolorose, ovviamente da un punto di vista professionale?

Ho dovuto chiudere i rapporti con alcuni collaboratori che non rappresentavano l’ideale di Bitmetrica. Lavorare online, senza un controllo continuo, non sempre facile. È stato brutto dover scegliere il bene dell’azienda, rispetto al rapporto che si era creato.

Qual è il pregio che ammira di più nelle persone e quale è il difetto che proprio non le va giù?

La precisione è un pregio che apprezzo moltissimo. Il difetto è la mancanza di attenzione nel team. Ogni cosa che viene detta, anche dagli altri, può fornire un grandissimo stimolo. Pensare ai fatti propri è deleterio.

Direbbe grazie a…e perché? A chi chiederebbe scusa e perché?

In primis a mio padre che a 5 anni mi ha regalato il mio primo computer e mi ha introdotto in questo mondo informatico. Devo ringraziare anche i miei ex capi, perché mi hanno aiutato a capire come si lavora in azienda e mi hanno dato un metodo di lavoro. Poi ci sono anche altre persone che nel tempo, anche con i loro errori, mi hanno fatto diventare la persona che sono.Laudati: perchè ho deciso di lasciare il lavoro da dipendente

Tema giovani. Cosa cercano? Come giocano il loro futuro?

I giovani di oggi sono un po’ smarriti. Mancano un po’ le competenze, e un po’ le attitudini. Ma non è sempre così: io ho incontrato quattro giovani di valore, tutti studenti dei miei corsi, che non mi sono lasciato scappare e che lavorano con me, quasi il 50% delle risorse totali di Bitmetrica.

Quali le criticità che ha messo in luce, nel suo quotidiano, il Covid-19?

Il Covid19 ci ha dato una grandissima spinta, lavorando noi online, molte realtà si sono rivolte a noi. Infatti abbiamo aumentato il fatturato del 2020 del 20% in piena pandemia. Abbiamo avuto contraccolpi soprattutto sul lato formativo, perché, svolgendo anche attività di docenza dal vivo, non abbiamo più potuto fare dei corsi dal vivo e questa cosa ci è mancata molto. Non ci siamo persi d’animo però e abbiamo creato un Master online che le persone possono seguire online, per risolvere il problema.

Quali le modalità per procedere al cambiamento dopo la pandemia Covid-19?

La pandemia ci ha fatto capire che se non abbiamo una strategia digitale, il nostro business può fallire più velocemente. Come un imprenditore finanziario diversifica il rischio, anche un imprenditore oggi deve diversificare: avere un proprio sito web, le proprie pagine social, un database clienti con email e numeri di telefono. Tutto è importante, non scegliere solo un canale. Ci basti pensare anche al down delle piattaforme social di qualche tempo fa, se avessimo basato tutta la strategia sui social, per quelle ore saremmo stati spacciati. Diversificare è la chiave.Laudati: perchè ho deciso di lasciare il lavoro da dipendente

Mi dia tre motivazioni per le quali oggi, le aziende, dovrebbero stare attente alla sicurezza.

Attività di hacking sempre più aggressive con il rischio di riscatto tramite phishing; perdita dei dati e conseguentemente rallentamento di attività produttive e infine rischio di danno di immagine se l’azienda viene hackerata, viene considerata poco sicura e potrebbe avere una immagine lesionata, soprattutto se questa azienda è quotata in borsa.

Ora facciamo un gioco…

Se fosse un piatto che piatto sarebbe?

Se parliamo di cibo direi le tagliatelle ai funghi, un piatto che sembra semplice ma che basa tutto sulla qualità delle materie prime.

Se fosse un quadro?

L’urlo di Munch per l’espressione che fanno i clienti quando mi vedono digitare velocemente i tasti sulla tastiera.

Se fosse un film?

Matrix, da appassionato d’informatica non potrei che scegliere questo.

Se fosse una stagione?

L’estate perché è la stagione dove tutti si riposano e rallentano, mentre io creo sempre nuove attività guardandomi attorno.

Se non facesse il lavoro che fa, che lavoro farebbe?

Il produttore di musica elettronica.

Se avesse una bacchetta magica…

Vorrei tornare indietro a dieci anni fa e comprare i Bitcoin a pochi centesimi.