Evoluzione tecnologica al servizio dei partner affinché possano fornire servizi di consulenza e gestione delle piattaforme cloud ai clienti.
L’evoluzione verso il cloud e la presa di coscienza che il momento storico attuale ha accelerato l’attenzione sulla sicurezza delle infrastrutture delle aziende, il partner è ‘lo strumento migliore’ nelle mani dei vendor per essere vigile sui clienti e fornire loro gli strumenti per avere visibilità e controllo immediato dei servizi, compresi miglioramenti a fronte dei cambiamenti di mercato, come il lavoro da remoto.
Luca Brandi, Channel and Territory Sales Leader Emea South Region FireEye, racconta le novità verso i partner maturando l’esigenza di far si che i partner fossero in grado di supportare le nuove necessità del mercato. La validazione della sicurezza, in primo luogo.
Posto che “le connessioni da remoto mettono a repentaglio le reti – dice Brandi – non ci sono a oggi evidenze basate su dati reali ma solo su supposizioni: si suppone che il pc a casa funzioni perfettamente, che vi siano installate le applicazioni giuste, che il sistema operativo sia aggiornato, ecc. Ma servono validazioni dei sistemi di sicurezza attraverso continui test che facciano leva su un set di attacchi reali che abbiamo riscontrato sul campo. Dobbiamo avere partner che propongano ai clienti i controlli, le validazioni, i penetration test. Sono questi i presupposti del nuovo programma che si basa sulla nostra piattaforma Mandiant security validation. La piattaforma può essere installata sia in cloud sia in approccio virtuale”, spiega il manager.
La società è alle prese per fare recruiting e certificazione dei partner e, dato che la secuirty validation è, secondo Brandi, un ambito emergente, la copertura territoriale è agli inizi.
Al via il secondo strumento per i partner. Questo è già operativo da circa una quindicina di giorni e si tratta di un servizio di private cloud per i partner che offrono servizi EDR o Incident Response Services, gestiti in ambito end point ai clienti. “Si tratta del CSP (Cloud Service Provider) con due obiettivi: dare flessibilità di gestione ai partner attraverso un approccio as a service; il secondo è dare al partner la possibilità di installare al loro interno le nostre macchine e consolle e gestire da remoto i clienti. E’ diventata quasi un esigenza dato che spesso i clienti non si fidano a lasciare i loro dati in un cloud esterno”, spiega Brandi.
Infine, il frutto di una recente acquisizione, quella di Cloudvisory. “Oggi è una piattaforma che permette ai partner di gestire le piattaforme cloud dei propri clienti; di ottenere visibilità e rilevamento centralizzato in più fornitori di cloud come Azure, Aws, GCP, Open-Stack, Kubernetes; capacità di raccogliere dati contestuali riguardanti sia la configurazione sia il comportamento degli asset e riduzione al minimo dell’impatto di un incidente attraverso la micro segmentazione e l’automazione”.