App sicure e attente alla privacy? Allerta sui dati

Un parere e qualche soluzione Infinidat sul tema dello storage. App sicure e attente alla privacy? Allerta sui dati.

Sovranità dei dati competenze

Quanto sono sicure e attente alla privacy le App basate su sistemi di localizzazione GPS o Bluetooth per monitorare la diffusione del Covid-19? In Cina è la norma e in Italia? App sicure e attente alla privacy? E’ allerta sui dati.

Dalla App Immuni, che oggi dovrebbe essere sostituita, all’Olanda con la App “Covid19 Alert!”, che è stata oggetto di un’importante problematica di ‘data breach’, una divulgazione involontaria di informazioni, ha evidenziato fin da subito la necessità di prestare attenzione in merito a dove vengano custoditi i dati raccolti e alla loro sicurezza in riferimento alla protezione contro eventuali attacchi alla rete.

Dove devono essere custoditi i dati? Come garantire la sicurezza e la riservatezza degli stessi?
Nella scelta sarà, quindi, necessario porre la massima attenzione alla progettazione dell’intera infrastruttura per prevenire ed evitare qualsiasi data breach, che porterebbe immediatamente gli utenti a considerarla un rischio e, di conseguenza, a non farne uso.

Per rispondere a queste esigenze, Infinidat ha sviluppato una suite integrata di prodotti e soluzioni con più di 180 brevetti software, molti dei quali basati su algoritmi di Intelligenza Artificiale e di Machine Learning/Predictive Analytics, per rendere disponibile uno storage in grado di gestire enormi quantità di dati e di garantire elevate prestazioni e affidabilità, con bassi consumi energetici e a costi contenuti. Il tutto con la massima sicurezza e protezione. “In questo modo garantiamo agilità che consente alle aziende una trasformazione economica e operativa per l’IT, necessaria per perseguire nel processo di trasformazione digitale in modo più rapido e con meno rischi”, spiega Donato Ceccomancini, Country Manager Italia di Infinidat.App sicure e attente alla privacy? Allerta sui dati

Durante la quarantena per l’emergenza Covid-19, il livello di digitalizzazione del nostro Paese ha evidenziato tutte le sue lacune. Per anni le aziende hanno ritardato molte delle scelte necessarie per un reale passaggio verso la digital transformation e il lavoro “agile”, ma si sono trovate, oggi, a dover superare tutte le barriere, accelerando improvvisamente i processi di trasformazione: la connessione digitale rappresenta, infatti, insieme ad una tecnologia avanzata e adeguata, lo strumento chiave per evitare il blocco dell’intera economia italiana e permettere ai professionisti di continuare a lavorare. Lo smart working è diventato la nuova normalità.

Ma la digital transformation conseguente all’emergenza in atto, ha impattato su tanti altri ambiti, sicuramente meno evidenti dello smart working e meno sotto gli occhi dei più, ma altrettanto importanti. Pensiamo ad esempio al settore sanitario, dove sono stati sviluppati molti nuovi servizi senza contatto, come la telemedicina, grazie alla quale i medici possono controllare a distanza lo stato di salute dei propri pazienti, o all’e-commerce, così utile, o in generale allo sviluppo di piattaforme digitali, ad esempio per la didattica a distanza. Anche la scuola ha dovuto mettere in atto un processo di digitalizzazione importante.

L’emergenza sanitaria ha contribuito inevitabilmente a modificare il modo di lavorare e rapportarsi alla tecnologia. In poche settimane il numero di dipendenti in smart working è quadruplicato rispetto al normale regime. Nel momento di estrema necessità, le aziende hanno capito che investire in tecnologia, in strumenti più performanti e tecnologicamente avanzati, in dispositivi mobili, in sicurezza di rete e in soluzioni di storage all’avanguardia era l’unico modo per evitare il lockdown totale dell’attività.

Ma c’è un altro aspetto importante da considerare: la mole di dati. In questo momento è ulteriormente cresciuta e le aziende devono essere in grado di gestirla, assicurando sempre la continuità dei propri servizi. Essere veramente Always On, questo è un fattore di differenziazione competitiva. È necessario dunque assicurarsi di poter intervenire tempestivamente in caso di mal funzionamenti o guasti e, in questo momento di distanziamento sociale, durante il quale non si può intervenire fisicamente con il supporto di tecnici, le aziende devono poter contare su tecnologie e partner che possono supportarle anche da remoto in modo completo e continuo. Quindi esistono App sicure e attente alla privacy? Allerta sui dati e gestione dello storage.

Da anni in Infinidat investiamo nello sviluppo di soluzioni software-defined sempre più sofisticate. “In questo periodo dove le aziende decidono di chiudere i datacenter per prevenire contatti ravvicinati tra i tecnici, svolgere il 98% degli interventi da remoto, garantendo la continuità del business, per noi è la regola non un plus. Gli imprenditori devono comprendere che investire in tecnologia innovativa (meglio ancora se a prezzi competitivi) è un elemento propulsore per il futuro e che non possono più farne a meno per rimanere competitivi”, spiega Ceccomancini.