Eaton e i data center: le previsioni per il 2023

L'esigenza di digitalizzarsi ha raggiunto un livello senza precedenti: un’esigenza che le aziende intendono soddisfare nel modo più semplice ed economico.

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Stefano Cevenini, Product Manager Power Quality e Data Center Segment Marketing Manager di Eaton Italia, espone le previsioni per i data center nel 2023.

Dire che il 2022 è stato un anno di cambiamenti è un eufemismo. Gran parte delle previsioni dello scorso anno sul settore dei data center erano focalizzate sulla necessità di bilanciare l’aumento della digitalizzazione con pratiche più sostenibili, ma all’epoca ancora non si aveva idea dell’impatto che avrebbero avuto la crisi geopolitica ed energetica.

La situazione attuale mette ancora più in rilievo l’importanza di affrontare le questioni già emerse lo scorso anno, oltre a evidenziare nuove sfide. Non si tratta, però, di un quadro del tutto negativo: la digitalizzazione, ad esempio, apre le porte a nuove opportunità.

Di seguito alcuni degli sviluppi che, come Eaton, ci possiamo aspettare dal settore dei data center per il 2023 (e oltre).

1 – Incertezza energetica

Il problema principale che le aziende si trovano ad affrontare in questo momento è il prezzo particolarmente elevato dell’energia. Il costo è salito al punto da diventare una vera preoccupazione per quelle realtà che fanno uso di grandi quantità di energia, come i data center. Sono molteplici le domande che emergono: possono trasferire questi costi ai loro clienti? I prezzi continueranno a salire?

Hanno il cashflow necessario per gestire queste dinamiche, rientrando allo stesso tempo nel loro business model? Alla base del dibattito sulla strategia di produzione rinnovabile ci sono sempre stati la sostenibilità e l’ambiente: oggi, bisogna focalizzarsi sulle fonti rinnovabili interne per tutelare l’approvvigionamento dei Paesi europei, soprattutto per ragioni di sicurezza energetica e di costi. Microsoft, ad esempio, si sta muovendo in questa direzione: il suo data center di Dublino dispone infatti di batterie agli ioni di litio approvate per la connessione alla rete, così ché gli operatori siano in grado di fornire energia ininterrotta nel caso in cui le fonti rinnovabili come il vento, il sole e l’acqua non siano sufficienti a soddisfare la domanda.

Questa necessità di accelerare la produzione di energia rinnovabile di fatto conferma le previsioni dello scorso anno, ma ora è molto più impellente. Dovrebbe quindi servire come campanello d’allarme per i Governi dell’area EMEA, che non possono più fare completo affidamento sulle fonti energetiche tradizionali.

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2 – Interruzione della supply chain

Il COVID-19 ha avuto un impatto enorme sulle supply chain globali in molti settori. Tuttavia, con la fine della pandemia, le aziende di tutto il mondo si sono sentite nuovamente al sicuro, credendo di aver superato il peggio.

Nessuno si aspettava un secondo round: la crisi geopolitica si è dimostrata ancora più impattante per alcune supply chain – in particolare per le filiere dei semiconduttori e dei metalli di base, fondamentali per i data center. Come mercato in espansione, il settore dei data center tende a subire negativamente le interruzioni della supply chain, soprattutto in un momento in cui l’obiettivo è quello di crescere.

In altre parole, il settore dei data center si trova in difficoltà a causa delle interruzioni della supply chain e l’attuale panorama geopolitico lascia intendere che questa situazione sia destinata a continuare.

3 – Come affrontare la crescente complessità

L’esigenza di digitalizzarsi ha ormai raggiunto un livello senza precedenti: un’esigenza che le aziende intendono soddisfare nel modo più semplice, economico e veloce.

Questo può tuttavia risultare difficile quando si tratta di ambienti altamente complessi e mission-critical, se si pensa che un data center ospita un gran numero di tecnologie diverse, dai sistemi HVAC all’ingegneria meccanica e strutturale, all’informatica e all’analisi. La sfida consiste nel riuscire a far sì che questi ambienti, complessi e interdipendenti, riescano a tenere il passo con la digitalizzazione.

A tal fine, i produttori, gli operatori e i vendor stanno elaborando sistemi in grado di ridurre tale complessità, rispettando al contempo la natura mission-critical dell’applicazione. L’industrializzazione (o modularizzazione) dei data center, che prevede la consegna in loco di unità prefabbricate, pre-ingegnerizzate e pre-integrate, è un modo per rendere meno complessa la progettazione e la costruzione di un data center, garantendo al contempo un time-to-market più rapido.

4 – Superare i cluster tradizionali

Finora Londra, Dublino, Francoforte, Amsterdam e Parigi sono stati i tradizionali cluster per i data center, sia perché spesso le aziende hanno la loro sede centrale in queste città, sia perché si tratta di cluster economici, con una forte connettività in termini di telecomunicazioni e con profili di clienti ideali.

Per fornire un servizio di qualità, ma essere al tempo stesso più vicini ai centri abitati e alle attività di business, sta tuttavia diventando sempre più conveniente costruire data center in città secondarie delle principali nazioni o nelle capitali di Stati economicamente meno sviluppati. La concorrenza tra i provider di data center è forte, di conseguenza molte città e nazioni più piccole consentono di crescere agli operatori già esistenti o riducono le barriere all’entrata per quelli nuovi. Di conseguenza, si assisterà a un aumento di queste attività in città come Varsavia, Vienna, Istanbul, Nairobi, Lagos e Dubai.

Un simile progetto di crescita non è però privo di sfide: la disponibilità di siti adeguati, energia elettrica e competenze ingegneristiche, per esempio, aggiungono complessità a tutte le attività di un’organizzazione. Inoltre, molti di questi Paesi potrebbero non avere l’esperienza o il personale adeguato per progettare, costruire e gestire un nuovo data center.

Per superare queste sfide, i proprietari dei data center dovranno riappropriarsi delle peculiarità del settore ogni volta che cambieranno area geografica. Ciò nonostante, continueranno a nascere nuove opportunità e molti operatori potranno sfruttare il vantaggio di essere i primi a entrare in questi mercati secondari in via di sviluppo. In effetti, molti Paesi stanno accogliendo a braccia aperte gli operatori di data center, alcuni offrendo persino incentivi e sussidi.

Quest’anno ha dato prova che non si può essere certi di nulla. Le conseguenze del COVID e l’attuale scenario geopolitico hanno posto il settore di fronte a una serie di sfide senza precedenti. Ma le opportunità di crescita esistono: i trend indicano che gli operatori più lungimiranti saranno in grado di superare la crisi e di affrontare al meglio il futuro.