Network as a Service, HPE Aruba racconta la sostenibilità

I partner di canale possono giocare un ruolo importante agendo da collegamento tra i vendor sostenibili e i clienti che ricercano un green IT.

Network as a Service Retail

Edoardo Accenti, Country Manager Italia di HPE Aruba, ci spiega il rapporto tra sostenibilità e un approccio evoluto Network as a Service.

Per quanto la trasformazione digitale abbia indubbiamente aiutato le aziende di tutto il mondo a conquistare un vantaggio competitivo, aumentare la redditività e arricchire le customer experience, non possiamo tuttavia ignorare il contributo della tecnologia all’aumento del carbon footprint globale. Con i cambiamenti climatici che continuano a dominare le conversazioni tra aziende e consumatori, è arrivato il momento di impegnarci a ridurre l’impatto ambientale della tecnologia.

Dopo tutto, se il settore IT fosse una nazione, sarebbe il quinto Paese per emissioni di gas serra del mondo. In aggiunta, circa cinquanta milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (e-waste) vengono prodotte ogni anno, una quantità che pare destinata solamente ad aumentare.

Affrontare questa crisi climatica richiede uno sforzo collaborativo da parte dell’intero ecosistema tecnologico, dai vendor fino ai consumatori stessi. Per quanto riguarda il canale, i partner devono ora giocare un ruolo chiave per aiutare i loro clienti a navigare tra gli scogli della sostenibilità. Tant’è che, considerando come i temi ambientali influiscano sempre più spesso su molte decisioni di acquisto tecnologico, la società di analisi Canalys ha recentemente affermato che, per i partner di canale, “Essere in grado di posizionare la sostenibilità come parte delle proprie proposte IT-as-a-service è destinato a essere il perno del successo commerciale”. La stessa Canalys ha confermato che entro i prossimi due-tre anni la responsabilità ambientale degli investimenti IT sarà una delle principali priorità dei clienti dei partner di canale.

Ma come si presenta esattamente un’offerta IT-as-a-service sostenibile? Il modello NaaS (Network as a Service) è un ottimo punto di partenza. Una recente ricerca effettuata da HPE Aruba ha mostrato un chiaro interesse verso questo nuovo modello di rete a consumo tra gli utilizzatori finali dell’area EMEA. Già riconosciuto dai potenziali clienti come un importante fattore abilitante in termini di flessibilità finanziaria e agilità di business, il modello NaaS è anche in grado di far scattare tutti gli importanti meccanismi della sostenibilità: ecco come.

Ottimizzazione dei consumi energetici

NaaS mette a disposizione dei clienti finali reti innovative e sostenibili che si possono ‘affittare’ da appositi specialisti attraverso un abbonamento. Collaborando con un vendor NaaS competente, il partner di canale può combinare la sua particolare comprensione del business del cliente con la completezza dei prodotti del fornitore e con la corrispondente conoscenza delle soluzioni per arrivare a una configurazione di rete che ottimizzi i consumi di energia. Per ridurre ulteriormente il carbon footprint del cliente, inoltre, i moderni vendor di reti come HPE Aruba contribuiscono a un IT più verde attingendo alle fonti rinnovabili e utilizzando modelli basati su intelligenza artificiale (AI) e machine learning (ML) per abbattere i consumi di elettricità.

Una proposta NaaS solida e sostenibile dovrebbe ovviamente essere sostenuta da un approccio ambientale al networking lungo tutta la supply chain dell’IT. I partner di canale devono poter assicurare ai loro clienti di collaborare con vendor sostenibili certificati così da garantire l’integrazione di iniziative rispettose dell’ambiente già dal vertice della value chain. Player del settore Network as a Service come HPE GreenLake for Aruba stanno già lavorando in direzione dei propri obiettivi climatici: HPE punta a una riduzione del 53% delle emissioni di gas serra da parte delle proprie operations rispetto ai livelli del 2016 e un aumento di 30 volte delle performance energetiche del proprio portafoglio prodotti, sempre rispetto al riferimento del 2016.

Riutilizzo dell’hardware

Oggi le proposte NaaS sono accompagnate sempre più spesso da servizi ITAD (IT Asset Disposition), una pratica che ruota intorno al riutilizzo, al riciclo o allo smaltimento di apparecchiature IT inutilizzate un modo sicuro ed ecologicamente responsabile. Il 77% delle aziende, secondo IDC, considera il supporto ITAD e i servizi per l’e-waste come un elemento essenziale di una proposta Network as a Service.

Integrando strategie per lo smantellamento degli asset all’interno delle proprie proposte NaaS, i partner di canale consentono ai clienti di prendere parte all’economia circolare assicurando l’estensione del ciclo di vita dei prodotti per il tempo più lungo possibile riducendo al minimo i rifiuti elettronici.

Oltre a questo, considerando le crescenti pressioni in direzione della trasformazione digitale, le strette sui budget IT e la contrazione dei cicli di vita della tecnologia, le aziende possono far rientrare valore al proprio interno attraverso questo modello di consumo. Riciclo, riuso e rientro sul mercato di apparecchiature inutilizzate possono dare una seconda vita utile ad asset funzionali, oltretutto con un ritorno economico per i clienti. La scelta, dove appropriato, di apparecchiature usate può contribuire a espandere i budget dei progetti di innovazione laddove sia essenziale l’acquisizione di nuova tecnologia.

Delivery di dati

Le richieste di sostenibilità aumentano e gli occhi del mondo guardano con attenzione alle aziende, che saranno chiamate a fornire più che mai report ambientali e sulla sostenibilità. Ma con le competenze di rete scarsamente disponibili e i team IT che lavorano già al massimo delle loro capacità cercando di tenere il ritmo delle continue richieste della trasformazione digitale, per poter ottenere i dati necessari occorre disperatamente un aiuto.
Con il modello NaaS le aziende possono acquisire questa competenza e affidarsi ai propri partner di canale per conoscere le metriche relative a consumi energetici, emissioni di CO2 e smaltimento dei prodotti giunti a fine vita.

In conclusione

Negli ultimi anni la sostenibilità è volata in cima all’agenda di business della maggior parte delle aziende. I partner di canale possono giocare un ruolo importante agendo da collegamento tra i vendor sostenibili e i clienti che ricercano un green IT.
Una proposta NaaS efficace è quella che può assicurare ai clienti il rispetto di un approccio ambientale al networking lungo tutta la supply chain IT. Il modello su abbonamento erogato attraverso il canale permette ai clienti di sfruttare i vantaggi di pratiche di rete sostenibili, ridurre la quantità di apparecchiature IT necessarie e far funzionare gli apparati già esistenti a livelli di utilizzo superiori, compensare i danni ambientali grazie al riuso dell’hardware e agli aggiornamenti tecnologici, e infine riuscire a comunicare i propri progressi ambientali con una reportistica puntuale.