Artificial intelligence, cloud, quali nuovi scenari e opportunità? Abbiamo rivolto qualche domanda a Guido Porro, Managing Director Euromed di Dassault Systèmes.
Cosa è per lei il cloud manufacturing?
Il cloud manufacturing rende accessibili ad aziende manufatturiere di tutti i settori e dimensioni le tecnologie che solo pochi anni fa erano appannaggio esclusivo di grandi aziende in specifici comparti, come l’aerospaziale o l’automotive. Oggi, Artificial Intelligence, cloud, Virtual Twin e Universi Virtuali per Dassault Systèmes sono al servizio di aziende manifatturiere che non molto tempo fa si limitavano all’utilizzo di tecnologie di base e che hanno compreso che il cloud offre loro grandi opportunità per guadagnare in competitività e giocare ruoli chiave sul mercato. E’ importante però non limitarsi ad una prospettiva artificial intelligence, cloud focalizzandosi solo sull’area produttiva. Il cloud apre ulteriori opportunità per creare valore in azienda. Si tratta di valutare e snellire tutte le attività operative, dalla progettazione di prodotto all’ingegneria di produzione, fino all’ottimizzazione della produzione e della supply chain, in un ciclo continuo.
Quali sono le implementazioni, in chiave cloud manufacturing, realizzate nella vostra società?
Nel contesto manufacturing, la nostra piattaforma collaborativa 3DExperience, basata sull’utilizzo dei modelli 3D, degli universi virtuali e agli applicativi Delmia, permette di creare un gemello digitale del sistema produttivo fin dalle fasi iniziali, per pianificare meglio le attività operative, raccogliere dati dalla produzione e ottimizzare continuamente la produzione stessa. Tutto questo non solo per la casa costruttrice ma per l’intera supply chain. Con l’approccio collaborativo basato sulla nostra piattaforma si realizza un contesto di fabbriche connesse che vanno a costituire un distretto industriale virtuale e una vera e propria rete di valore. Costruttori e fornitori Tier 1 potranno avere visibilità su cosa sta accadendo nella loro supply chain in tempo reale, invece di prendere atto di eventi già accaduti e intervenire in situazioni di urgenza.
Quali sono le implicazioni economiche che dovrebbero spingere le aziende ad attuare una procedura di cloud manufacturing?
Le Pmi cercano soluzioni per avviare nuove iniziative in tempi rapidi e con costi contenuti, con un investimento minimo e ottimizzato nell’IT. Inoltre, vogliono poter accedere alle informazioni da qualsiasi luogo in qualsiasi momento.
La piattaforma 3DExperience in cloud viene incontro proprio a queste esigenze. Le aziende manifatturiere potranno rispondere meglio alle sfide della non-conformità, delle scadenze e dei costi. Invece di operare in modo sequenziale, come nella tradizionale “gestione di programma”, le aziende lavoreranno in una rete a valore connessa. Noi offriamo alle aziende un ambiente virtuale connesso e degli strumenti per avere una visione olistica in tempo reale delle loro attività operative e del loro ecosistema. Questa piattaforma rimuove vincoli e restrizioni alla successiva scalabilità, consentendo all’azienda che l’adotta di crescere più velocemente quando necessario.
La sottoscrizione di un pacchetto di servizi proposto da Dassault Systèmes, ad esempio, riduce le spese iniziali in conto capitale, comprende gli aggiornamenti e consente di aggiungere e rimuovere applicativi e funzionalità in base alle nuove esigenze.
In uno scenario in cui i prodotti possono diventare velocemente delle commodity, le aziende manifatturiere stanno cercando nuovi modi di offrire valore ai propri clienti, passando dalla vendita del prodotto alla vendita del servizio. Nella vostra realtà state già facendo questo tipo di ragionamenti? Se si, cosa avete fatto concretamente? Se no, perché?
Siamo da tempo entrati nell’epoca dell’economia dell’esperienza, dove vendere prodotti e servizi non è più sufficiente per mantenere una crescita sostenibile. Come 3DExperience company, Dassault Systèmes ha progettato fin dal principio la sua piattaforma di business per aiutare i clienti a immaginare, progettare, simulare e realizzare virtualmente delle esperienze evolute. Gli utenti in cloud possono progettare e sviluppare esperienze per il loro clienti, mettere a disposizione di tutte le professionalità coinvolte nel processo di creazione del valore i dati generati, rendendoli comprensibili e fruibili a tutti grazie al linguaggio facilitante del 3D. Si consegue dunque la collaborazione lungo i flussi di lavoro, si gestiscono le modifiche fra tutti gli attori coinvolti in un ciclo d’innovazione continua customer-centrica.
In questo modo le Pmi diventano generatrici di valore all’interno della propria rete di business e possono liberare tempo e risorse per concepire, creare e portare a compimento nuovi progetti, come quello di offrire servizi di mass customization, sempre più importante in molteplici settori.
Con la progressiva connessione di fabbriche, prodotti e dipendenti, la Sicurezza IT si posiziona oggi in cima alle priorità progettuali delle aziende manifatturiere. Qual è il suo punto di vista? Se avete già implementato il cloud nella vostra struttura, che posto occupa la sicurezza?
L’interesse crescente per le soluzioni Software-as-a-Service richiede un solido paradigma per i requisiti di sicurezza, in quanto i dati del cliente vengono trasferiti, elaborati e conservati al di fuori dell’azienda. Dassault Systèmes ne ha fatto una delle chiavi della sua strategia. La sicurezza degli applicativi sulla piattaforma 3DExperience prevede il controllo degli accessi e l’autenticazione; per l’ambiente in cloud sono stati implementati molteplici livelli di sicurezza, secondo il concetto di “Security in Depth”, che si basa sull’implementazione di diversi meccanismi indipendenti atti a mitigare ogni tipo di rischio. In questo modo, un fallimento (peraltro improbabile) nel bloccare un attacco non sfocia in una minaccia concreta, ma viene bloccata grazie a un altro meccanismo di difesa. I livelli di protezione vanno dalla sicurezza Internet e cloud fino agli applicativi e ai sistemi virtuali e fisici.
In base una ricerca condotta da IDC, le aziende manifatturiere italiane mostrano la comune esigenza di migliorare la soddisfazione e l’esperienza dei clienti, ma anche di superare la mancanza di allineamento tra IT e linee di business. In molti casi, inoltre, manca una cultura aziendale orientata all’innovazione. Qual è la vostra opinione ed esperienza in proposito?
Il nodo della questione, per lo meno per le piccole e medie aziende, è quello delle competenze per utilizzare la tecnologia in tutta la sua potenzialità. Le nostre Pmi mostrano sensibilità e interesse crescenti verso le nuove tecnologie come l’AI, la simulazione e i gemelli virtuali; come dicevamo prima, il cloud può agevolare l’adozione di queste tecnologie, ma la mancanza di competenze rischia di rallentare il Rinascimento dell’Industria. A questo punto occorre una forza lavoro che conosca i propri ambiti specifici, come la meccanica, la simulazione, la produzione, ma che sia anche capace di comprendere l’azienda come entità olistica e riesca a collaborare con chi dispone di skill e professionalità differenti.
Per formare la forza lavoro del futuro occorre acquisire e trasferire conoscenze e know-how dei lavoratori attuali e abilitare le persone con tecnologie idonee a creare esperienze che favoriscano l’innovazione e contribuiscano a sviluppare un futuro più sostenibile.
Una piattaforma di collaborazione facilita la condivisione di informazioni più velocemente in tutto il mondo. Le aziende devono accogliere un “cambiamento di competenze” necessario per adattarsi alle nuove tecnologie e, in tal modo, aumentare l’autonomia della loro forza lavoro. Questo obiettivo può essere raggiunto con approcci multidisciplinari all’apprendimento e alla formazione permanenti.