Il fondatore di Eolo vuole mettere ko il digital divide entro il 2021

Il fondatore di Eolo vuole mettere ko il digital divide entro il 2021 annunciando ulteriori investimenti.

Il fondatore di Eolo vuole mettere ko il digital divide entro il 2021

La promessa e il denaro sul tavolo da parte del fondatore e presidente di Eolo ci sono stati: Luca Spada vuole completare il progetto di banda ultra larga nei 1500 comuni che ancora mancano all’appello delle cosiddette aree bianche. E lo vuole completare entro il prossimo anno. Questo, di fatto, significa annullare il digital divide che ancora oggi, in alcune zone del nostro paese è evidente. Per questo, Spada ha annunciato un piano di ulteriori investimenti da 150 milioni di euro.

Posto che la maggior parte dei comuni da coprire si trovano al sud Italia, Spada ha spiegato che Eolo è operatore in Italia nel Fixed Wireless Access (FWA) ultra-broadband per i segmenti business e residenziale e, seguendo le orme del bando: “Da 15 anni EOLO è operativo sulle reti FWA partendo in accelerazione con lo sviluppo di rete da 100 megabit con frequenze a 28 Giga e oggi la rete Eolo è disponibile in oltre 6 mila comuni coprendo il 78 per cento delle aree bianche, le aree oggetto del bando rete ultralarga risalente a cinque nani fa anticipando l’avvento della fibra ottica, prima, e la connettività a banda ultralarga, poi”, ha spiegato.

Il fondatore di Eolo vuole mettere ko il digital divide entro il 2021
Luca Spada fondatore e presidente Eolo spiega il piano di investimento per portare la banda ultra larga nei comuni ancora sprovvisti

Il progetto punta ad accelerare ulteriormente lo sviluppo della rete FWA su frequenze a 28 GHz – in grado di assicurare connessioni fino a 100 Megabit e in futuro espandibili fino a 1 Gigabit – e vuole dare un contributo rapido e adeguato alle nuove esigenze di connettività del Paese, ancor più urgenti dopo la pandemia di Covid-19.

Già perché l’intento della società è coprire quel digital divide che ancora esiste. Se nelle città, tutto sommato, durante il lockdown la situazione è stata gestita, grazie alla fibra ottica e alla banda ultralarga, in altre aree del paese, il nervo, già scoperto, ha fatto emergere ancora una volta il problema che Spada ha tutta l’intenzione di voler risolvere, sia con partner, sia con l’intervento, auspica, di enti superiori.

Oggi la pandemia ha mostrato le difficoltà del cavo di rame, mentre in città, grazie alla fibra ottica, i problemi sono stati minori, ci sono ancora famiglie che hanno ancora prestazioni via cavo sotto 10 mega. Più ci avviciniamo al 100% di copertura dei comuni in banda larga maggiori difficoltà a livello di infrastruttura e auspico che istituzioni come il Mise convochi un tavolo di regia per massimizzare gli investimenti in queste aree”.

Il Mise ha già un comitato, un tavolo di regia, in cui sono coinvolti progetti di privati con altri soggetti. Secondo Spada, questo tavolo va aperto agli operatori che o hanno già sviluppato una significativa rete su aree bianche o hanno già progetti annunciati, come per esempio Vodafone e Tim.

L’impegno della società è mettere a disposizione l’infrastruttura costruita nei 15 anni che copre parte significativa delle aree bianche con l’expertise maturata, la tecnologia e la ricerca e sviluppo realizzata nei laboratori della società a Busto Arsizio e a disposizione di altri vendor.

Spada fa un approfondimento sugli interventi pubblici rispetto a iniziative private già iniziate. “L’intervento pubblico dovrebbe riguardare solo la fibra ottica, mentre per la copertura Fva ci sono già interventi da parte di operatori privati e vanno portati avanti perché non vogliamo che i soldi pubblici siano spesi per cose che già esistono”, ha spiegato.

Infine, una richiesta al Governo: snellire le pratiche burocratiche dietro le quali si nascondono troppi soldi spesi dagli operatori. “Vorremmo nuove pratiche frequenziali per le aree bianche per accelerare il piano di Roll out o servizi a 100 megabit”, sostiene Spada.