I pagamenti internazionali delle piccole e medie imprese europee mostrano differenze di velocità tra Est e Ovest, tra sistemi bancari e fusi orari.
I pagamenti internazionali delle PMI europee non viaggiano sempre alla velocità attesa: spesso sono rallentati da controlli, fusi orari e infrastrutture non uniformi, creando ritardi rispetto alle aspettative digitali.
Secondo l’edizione 2025 del report “La velocità dei pagamenti internazionali” diffusa da iBanFirst quasi 190mila transazioni internazionali del 2024 mostrano un quadro frammentato, dove la rapidità non è mai garantita.
Nel 2024, il 58% dei pagamenti internazionali delle PMI europee è stato effettuato in USD, confermando il dollaro statunitense come il baricentro degli scambi globali. La Cina resta il principale partner commerciale dell’UE per le importazioni. Molte aziende europee scelgono il dollaro anche per pagamenti verso fornitori asiatici, rendendo i trasferimenti USD verso la Cina tra i più frequenti.
La velocità dei pagamenti dipende dai sistemi bancari, non dalla distanza
Mentre Stati Uniti e Regno Unito garantiscono tempi di accredito rapidi — oltre il 64% dei pagamenti completati in meno di due ore — verso Cina e Hong Kong si osserva un rallentamento: solo il 12% dei pagamenti in USD raggiunge il beneficiario in questo intervallo.
La velocità dei pagamenti internazionali è quindi influenzata più dalla maturità dei sistemi bancari e dalle normative locali che dalla distanza geografica. Valute meno diffuse, come il peso argentino o il dalasi gambiano, richiedono spesso controlli aggiuntivi e processi manuali. Mentre l’invio in valuta locale non sempre accelera i tempi: i pagamenti in CNY verso la Cina risultano leggermente più lenti rispetto a quelli in USD.
L’ultimo miglio del denaro
Un elemento critico del sistema riguarda l’ultimo miglio dei pagamenti internazionali: il passaggio finale dal ricevimento della banca del beneficiario all’accredito effettivo sul conto.
Le rilevazioni SWIFT riportano che il 90% delle transazioni raggiunge la banca entro un’ora, ma solo il 43% viene accreditato sul conto con la stessa rapidità. Controlli, procedure manuali e sistemi legacy diffusi in molte realtà generano così la maggiore variabilità nei tempi di pagamento.
In media, un pagamento internazionale europeo attraversa 1,9 istituti intermedi: la Francia registra 2,5 intermediari, la Bulgaria 1,5. Tuttavia, un maggior numero di intermediari non implica necessariamente ritardi. Gli Stati Uniti, pur con più passaggi, garantiscono tempi rapidi grazie a reti di compensazione automatizzate.
Tempismo e supply chain
Il report evidenzia anche l’importanza del tempismo nei pagamenti internazionali. Pagamenti avviati prima delle 10 del mattino hanno più probabilità di essere processati in giornata. Al contrario, invii oltre i cut-off del venerdì pomeriggio rischiano di rimanere sospesi fino al lunedì successivo. La mancata sincronizzazione dei calendari festivi internazionali, come il Capodanno Cinese, può bloccare intere catene di pagamento. Influenzando direttamente le supply chain europee.






