Cloud italiano, la chiave per la nuova sovranità digitale

L’Italia ha le competenze per realizzare un’infrastruttura cloud che sia motore del futuro digitale, rafforzando competitività, autonomia e crescita sostenibile.

cloud italiano

Michele Zunino, Amministratore Delegato Netalia, su come il cloud italiano sta modificando sicurezza, gestione dati e autonomia, offrendo soluzioni affidabili.

Cloud italiano e controllo del dato sono oggi elementi centrali nella competizione globale: qualunque recruiter sa cosa significhi combattere la guerra per i talenti e contrastare la cosiddetta “fuga dei cervelli”. Laureati brillanti che realizzano il proprio potenziale all’estero rappresentano solo una parte del problema. L’intelligenza artificiale, infatti, richiede regole, training e “cervelli elettronici” basati su infrastrutture affidabili. Diventa così essenziale per l’Italia adottare un cloud nazionale indipendente, evitando la fuga dei “cervelli artificiali”: dati, capacità computazionale e risorse digitali oggi spesso collocate sotto il controllo dei grandi player globali.

Dati come risorsa strategica e ruolo del cloud nazionale

Nel terzo millennio i dati rappresentano una risorsa strategica, paragonabile al petrolio ma potenzialmente infinita. L’infrastruttura digitale che li gestisce costituisce l’ossatura dei sistemi economici, industriali e istituzionali, e chi la controlla ottiene un vantaggio competitivo evidente.
La crescita dell’AI conferma questo paradigma: da soluzione verticale si è evoluta in una tecnologia pervasiva, incorporata negli strumenti quotidiani. Tuttavia, tale rapidità impone un filtro etico e scelte infrastrutturali solide, capaci di garantire sicurezza, governance e qualità del dato.
Ecco perché il ricorso a un cloud italiano diventa un fattore determinante nella tutela del patrimonio informativo del Paese.

Geopolitica digitale: rischi e squilibri per la sovranità

Lo scenario globale è segnato da un crescente squilibrio tra Stati sovrani e Big Tech, veri “super-Stati” tecnologici capaci di influenzare decisioni politiche e sociali perseguendo legittimi obiettivi commerciali.
Il controllo della tecnologia e la localizzazione sicura dei dati sono oggi condizioni essenziali per preservare sovranità e autonomia decisionale. In questo contesto il cloud, per natura senza confini, rappresenta un terreno critico.
L’utilizzo dei grandi cloud globali espone infatti a lock-in tecnologico, accessi non autorizzati, costi nascosti, perdita di competenze e minore compliance alle normative europee.
Anche il quadro normativo enfatizza la necessità di un cloud italiano: l’Europa tutela privacy e resilienza (GDPR, NIS2, DORA, AI Act), mentre il Cloud Act USA consente ai provider americani l’accesso ai dati ovunque si trovino, creando possibili conflitti con la sovranità europea.

Vantaggi di un cloud nazionale e nuove tecnologie abilitanti

Il cloud sovrano non è protezionismo, ma uno strumento competitivo che offre protezione giuridica del dato, autonomia e sicurezza avanzata.
Tra i principali vantaggi per aziende e PA figurano:

  • maggiore Data Protection, con dati trattati in Italia;
  • cybersecurity rafforzata e infrastrutture qualificate ACN;
  • supporto all’AI tramite modelli addestrati su dataset affidabili e contestualizzati;
  • sviluppo di competenze locali e crescita dell’ecosistema;
  • migliore resilienza strategica in scenari geopolitici instabili.

In parallelo, l’adozione del multi-cloud offre flessibilità, pur richiedendo governance accurata. Tecnologie come il confidential computing garantiscono enclave sicure per dati e algoritmi anche in ambienti ibridi, proteggendo proprietà intellettuale, applicazioni e modelli di machine learning.

Perché il cloud italiano rafforza il sistema Paese

Scegliere un cloud italiano significa contribuire alla costruzione di un ecosistema digitale solido e interoperabile, capace di generare innovazione, attrarre talenti e aumentare la continuità operativa del Paese.
Il parallelo tra la fuga dei cervelli e la perdita dei “cervelli artificiali” evidenzia un rischio strategico: rinunciare al controllo del nostro asset più prezioso, i dati.
In questo scenario, Netalia si propone come public cloud sovrano italiano, qualificato ACN, con governance trasparente e libertà da lock-in. Le sue “6 C” – Calcolo, Cripto, Custodisco, Controllo, Conduco, Consiglio – definiscono un modello orientato alla sicurezza del dato lungo tutto il suo ciclo di vita.
L’Italia ha le competenze per realizzare un’infrastruttura cloud che sia motore del futuro digitale, rafforzando competitività, autonomia e crescita sostenibile.