In occasione del convegno AIRES-Confcommercio, esperti e istituzioni europee chiedono nuove regole per un e-commerce più equo, trasparente e sostenibile.
Andrea Scozzoli, Presidente AIRES Confcommercio
Nell’e-commerce è necessario uno sforzo di aggregazione da parte degli operatori. Mentre da parte del governo, non solo quello italiano, ma anche quello europeo, occorrono attenzione e velocità maggiori nel tradurre in legge le esigenze che emergono dal mercato.
È questo l’appello che ha lanciato Andrea Scozzoli, Presidente AIRES Confcommercio, aprendo il convegno “Il commercio online in Europa a un bivio: cambiare le regole del gioco o soccombere” che l’Associazione ha organizzato a Roma, in collaborazione con l’on. Salvatore De Meo (FI-PPE, Italia).
Presenti tra gli altri, il sen. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia. Hans Carpels, Presidente EuCER Council. Vittorio Mastromano, direttore ufficio studi AIRES Confcommercio. Dario Bossi, Direttore Generale ANCRA Confcommercio. Gabriele Ferrieri, presidente ANGI – Associazione Nazionale Iiovani innovatori. Davide Rossi, Presidente OPTIME – Osservatorio permanente per la tutela del mercato dell’elettronica. Nonché Direttore Generale della Aires.
Il mondo dell’e-commerce
In un periodo caratterizzato dall’acceso dibattito su dazi e politiche protezionistiche, l’Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati ha infatti lanciato un monito sulla deregolamentazione.
Andrea Scozzoli
L’Europa deve prestare un’attenzione particolare quando adotta dei provvedimenti normativi. Il commercio online rappresenta un grande miglioramento nella vita di tutti i cittadini. Ma nello stesso tempo comporta dei rischi. Le grandi aziende, soprattutto quelle che provengono dall’Asia, possono importare in Europa milioni di prodotti che difficilmente vengono controllati. E, a volte, non rispettano le normative europee, a iniziare da quelle ambientali. Queste aziende non hanno una rappresentanza legale nella nell’Ue e quindi riescono a sottrarsi agli oneri fiscali. Tutto questo rappresenta un doppio rischio. Espone le imprese europee a una concorrenza sleale, e i cittadini a rischi per la sicurezza e a rischi per l’ambiente.
Il settore dell’elettronica di consumo è da sempre il precursore delle dinamiche che caratterizzeranno l’intera economia. Ed è probabilmente quello che più risente delle criticità dell’e-commerce. Inoltre, ha una dimensione ragguardevole.
Vittorio Mastromano, Direttore Ufficio Studi AIRES Confcommercio
Il settore a livello comunitario vale 190 miliardi di euro. Quello italiano da solo raggiunge i 17 miliardi. Oltretutto, gestisce una filiera complessa e ben strutturata. Partiamo dalla produzione, alla logistica, alla rivendita al dettaglio. Fino poi ai servizi finali di installazione, marketing e manutenzione.
Il mercato italiano e l’e-commerce
Attualmente, il mercato italiano non si basa sull’e-commerce bensì sul retail, i negozi fisici effettuano i tre quarti delle vendite.
Dario Bossi, direttore generale ANCRA Confcommercio
In un territorio come quello italiano, la presenza fisica è ancora fondamentale. Lo scenario sta cambiando, con il Covid anche i piccoli esercizi hanno capito l’importanza dell’online. Ma la totale deregulation rappresenta un rischio enorme, sia per i negozi di vicinato, sia per la grande distribuzione.Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia
La correttezza nella concorrenza è un dato essenziale ed è un termine evocato continuamente. Ma che viene anche calpestato continuamente. L’azione nazionale da sola non è sufficiente e la risoluzione dell’on. De Meo prevede una serie di misure di carattere fiscale, o per effettuare maggiori controlli sui piccoli pacchi. Perché la concorrenza sleale può passare anche attraverso la parcellizzazione delle spedizioni. Chi entra a far parte di un’organizzazione di commercio internazionale come il WTO dovrebbe rispettare le stesse regole.
La regolamentazione dell’e-commerce
Il Parlamento Europeo lo scorso luglio ha mosso un primo passo approvando la risoluzione non vincolante per migliorare la gestione dei flussi di merci a basso costo da parte dell’Ue.

Onorevole Salvatore De Meo, Parlamentare europeo di Forza Italia PPE
Abbiamo evidenziato i rischi del commercio elettronico e abbiamo chiesto di accelerare il processo di riforma della autorità doganale. Di individuare regole certe perché ci siano delle figure responsabili per gli acquisti on-line. E soprattutto far sì che tutto ciò che riguarda il commercio per le nostre imprese sia sempre più uniformato e rappresenti anche le regole del commercio extraeuropeo. Adesso, dobbiamo spingere la Commissione europea a considerare il commercio elettronico come un’area che va disciplinata maggiormente. Le imprese straniere si stanno inserendo nelle lacune normative. E stanno dando vita a situazioni di scarsa sicurezza per i nostri consumatori, e fenomeni di concorrenza sleale.
Prezioso anche l’intervento – in collegamento dall’India, dell’Eurodeputato Brando Benifei, PD, che ha sostenuto la necessità di una regolamentazione equa per tutti gli operatori. Anche il Deputato Antonino Iaria, Movimento 5 Stelle, presente ai lavori, ha espresso la necessità di regole uguali per tutti.
Davide Rossi, Presidente OPTIME e Direttore Generale Aires-Confcommercio
La risoluzione dell’on. Salvatore De Meo è un punto di partenza molto importante che si aggiunge al Digital Services Act, ma c’è ancora moltissimo da fare. Ci sono norme da modificare. Ci sono strumenti tecnici che devono essere messi a disposizione delle Dogane. E occorre anche lavorare sulla sensibilità del consumatore. Oggi purtroppo si ragiona solo in termini di convenienza pensando che la tecnologia sia tutta uguale. La tecnologia non è tutta uguale, c’è il rischio di comprare prodotti che possono rivelarsi pericolosi o rovinarsi molto presto, oppure non essere coperti da nessuna garanzia.





