L’impatto della tecnologia sulle aziende e il pubblico

Gli scienziati e i ricercatori sono le figure più affidabili per il pubblico e i secondi i più attendibili per il mondo aziendale; gli imprenditori nel settore tech invece perdono consenso.

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Un nuovo studio che coinvolge cinque Paesi europei rivela una differenza di 29 punti percentuali sul percepito della tecnologia tra mondo business e cittadini.

La percezione che si ha della tecnologia non è sempre uguale, soprattutto se si parla di cittadini e aziende.
Hotwire Global presenta l’Hotwire Frontier Tech Confidence Tracker. Ovvero un indice che rivela i risultati di uno studio condotto dalla società di ricerca Opinium, coinvolgendo il grande pubblico e i leader aziendali di cinque mercati europei. Italia compresa.

L’impatto della tecnologia – Lo studio

La ricerca fa luce sull’esperienza delle persone con 15 tecnologie all’avanguardia e sul loro grado di positività verso di esse. Si tratta di tecnologie nuove ed emergenti, che secondo l’OCSE hanno il potenziale per rivoluzionare e sostituire i processi esistenti. Tra gli esempi figurano l’intelligenza artificiale, la robotica, la realtà virtuale/aumentata e il quantum computing.

Dai dati emerge che le aziende rischiano di trovarsi in difficoltà se innovano troppo e troppo velocemente, senza il consenso o la comprensione del grande pubblico. Se da un lato i business leader mostrano un forte ottimismo – con un punteggio medio di fiducia pari a 77 su 100 rispetto alle 15 tecnologie prese in esame – il percepito delle persone è nettamente più tiepido (48), con un divario di ben 29 punti.

Una significativa sovrastima della fiducia del pubblico da parte del mondo aziendale

La maggior parte dei leader aziendali (79% in Europa – 74% in Italia) ritiene che il grande pubblico abbia un atteggiamento più positivo che negativo nei confronti delle aziende che adottano nuove tecnologie. Tuttavia, all’incirca metà della popolazione (46% in Europa – 53% in Italia) condivide realmente questo sentimento. Le principali preoccupazioni dei cittadini riguardano la perdita di posti di lavoro (38% in Europa – 46% in Italia). E l’aumento delle disuguaglianze economiche (25% in Europa – 32% in Italia).

Tecnologia – I leader aziendali sono spinti principalmente da incentivi legati al profitto. Seppur con priorità leggermente differenti se si mettono a confronto i dati europei con quelli italiani. Infatti, in Europa le motivazioni principali citate sono nell’ordine l’aumento dell’efficienza organizzativa (58%), lo sviluppo di nuovi prodotti (44%) e il vantaggio competitivo (38%). Mentre nel Bel Paese le aziende vedono nelle nuove tecnologie in primis una leva chiave per raggiungere il vantaggio competitivo (51%), per lo sviluppo di nuovi prodotti (49%) e infine per l’efficientamento (41%).

Per quanto riguarda l’impatto sulla società, il pubblico è in media 13 punti meno ottimista rispetto ai leader aziendali nei confronti delle tecnologie all’avanguardia. I cittadini identificano nei benefici sulla salute (36% in Europa – 33% in Italia) la principale opportunità. Mentre i rappresentanti del mondo aziendale si concentrano su efficienza (50% in Europa – 46% in Italia) e crescita economica (41% in Europa – 46% in Italia).

Il deficit di fiducia

In Europa solo il 36% del pubblico (37% in Italia) si fida delle aziende che utilizzano tecnologie all’avanguardia senza spiegare come e perché le adottano, rispetto al 67% dei leader aziendali (74% in Italia). Esiste inoltre una divergenza di opinioni significativa relativamente alla fiducia nei confronti degli imprenditori del settore tech. I leader aziendali li considerano la fonte più affidabile di informazioni e consigli sulle nuove tecnologie. Mentre i cittadini sono meno propensi di ben 29 punti percentuali a considerarli tali. Entrambi i gruppi, tuttavia, condividono una forte fiducia negli scienziati e nei ricercatori. Questi ultimi rappresentano la fonte più attendibile per il grande pubblico (43%) e la seconda più affidabile per il mondo aziendale (49%). Mentre in Italia, sia per i leader aziendali (33%) sia per il grande pubblico (27%) sono i responsabili IT le fonti più affidabili.