Cisco mette l’AI al centro della sua strategia di canale

Un rinnovamento radicale della strategia di Cisco posiziona l'AI al centro di ogni prodotto e servizi per favorire un approccio predittivo, personalizzato e automatizzato.

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Cisco ha impresso una svolta decisa alla sua strategia, annunciando al Partner Summit 2025 un rinnovamento radicale che posiziona l’intelligenza artificiale al centro di ogni prodotto e servizio. L’obiettivo è superare definitivamente i vecchi modelli operativi reattivi in favore di un approccio predittivo, personalizzato e profondamente automatizzato, coinvolgendo l’intera filiera in una trasformazione che promette di ridefinire il concetto stesso di infrastruttura digitale.

Siamo in una nuova era dell’AI – ha esordito Jeff Schultz, SVP Portfolio Strategy di Cisco, sottolineando il rapido passaggio evolutivo –. Negli ultimi due anni, ci siamo concentrati molto sui chatbot e sulla nostra capacità di dialogare con l’AI per ottenere informazioni. Ma ora stiamo assistendo a un passaggio all’AI agentica, dove gli agenti e l’AI sono effettivamente in grado di svolgere compiti completi per noi e fungere da nostri assistenti”. Questa profonda trasformazione non è priva di sfide infrastrutturali: “Crediamo rappresenti un’enorme opportunità globale, ma ha anche implicazioni davvero massicce per le architetture tecnologiche dei nostri clienti”, ha continuato Schultz, osservando come Cisco stia “parlando con quasi tutti i clienti, i quali stanno reimmaginando e ripensando le decisioni IT prese negli ultimi anni”.

Il triplice assedio: infrastruttura, fiducia e dati

Schultz ha identificato tre vincoli principali che stanno rallentando nell’adozione dell’AI agentica i clienti. Il primo è il vincolo infrastrutturale. “Man mano che ci muoviamo verso l’AI agentiva, i requisiti di larghezza di banda della rete stanno aumentando drasticamente, non solo all’interno del data center, ma tra i data center, i campus e le filiali. Stiamo vedendo vincoli di potenza e di calcolo e una chiara necessità di semplificare gli ambienti”.

Il secondo è un grosso deficit di fiducia: “Non si tratta solo della sicurezza tradizionale dei sistemi che eseguono l’AI; dobbiamo preoccuparci anche della sicurezza e dell’incolumità dell’AI stessa. Questi sistemi sono non-deterministici, quindi dobbiamo assicurarci di avere barriere di sicurezza per proteggere l’organizzazione da risultati negativi o dannosi, mentre contemporaneamente dobbiamo proteggere questi sistemi da malintenzionati che quotidianamente escogitano nuovi modi per attaccarli”.

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Infine, c’è un significativo gap di dati: “La maggior parte della nostra AI è stata addestrata su contenuti generati dall’uomo. Tuttavia, c’è un’enorme quantità di dati generati nel mondo dell’AI agentica che deve essere utilizzata nell’ecosistema per risolvere problemi e migliorare i risultati”.

La risposta dell’azienda è chiara: “Questi gap esistono e Cisco li sta affrontando di petto – ha affermato Schultz –. Il nostro obiettivo è diventare l’infrastruttura critica per l’era dell’AI e lo stiamo perseguendo in modo olistico in tutta la nostra organizzazione”.

L’AI a servizio di resilienza e personalizzazione

Tale visione olistica trova la sua massima espressione nel rinnovamento del supporto e dei servizi ai clienti con il lancio di Cisco IQ. Questa interfaccia digitale basata sull’AI è stata definita un vero e proprio breakthrough: “Stiamo cambiando in modo fondamentale la natura del modo in cui supportiamo e forniamo assistenza ai nostri clienti – ha dichiarato Sandeep Milar, SVP, CX, Product Management di Cisco –. Vogliamo cambiare radicalmente la natura di ciò che significa guidare il supporto”.

Cisco IQ aggrega in un’unica esperienza insights in tempo reale, valutazioni su richiesta, strumenti di risoluzione dei problemi, apprendimento personalizzato, automazione e agenti provenienti da tutti i servizi professionali e di supporto. La piattaforma è stata progettata per aiutare i clienti a pianificare, implementare, gestire, proteggere e ottimizzare gli investimenti tecnologici nell’era dell’AI con maggiore rapidità e semplicità. “Stiamo unendo tutta la complessità, tutta la documentazione, tutte le migliori pratiche per creare intelligenza e trasformarla in automazione – ha spiegato Milar –. Gli agenti di Cisco IQ si adattano continuamente all’ambiente operativo unico di ciascun cliente, offrendo insights, raccomandazioni e azioni personalizzate e contestuali. L’obiettivo è di fornire resilienza e migliorare il time to value”.

Un’ambizione che culmina nella promessa: “Il nostro obiettivo è fare in modo che ogni interazione lasci i clienti a bocca aperta, ma li faccia anche sentire come se fossero il nostro unico cliente”. Le opzioni di deployment flessibili – SaaS, on-premise cablata e AirGap – assicurano che Cisco IQ si integri in qualsiasi ambiente.

Cisco ha anche razionalizzato il suo portfolio di servizi in Cisco Support (con livelli Standard, Enhanced e Signature) e Cisco Professional Services (in modalità Abbonamento o Transazione).

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Ridisegnare la rete con la collaborazione intelligente

L’infrastruttura di rete subisce una modernizzazione pensata per le esigenze di larghezza di banda e bassa latenza dell’AI distribuita. Aruna Ravichandran SVP & CMO, AI, Networking & Collaboration, ha evidenziato come l’AI stia diventando “un elemento abilitante che agisce ai margini delle reti, ma che allo stesso tempo trasforma radicalmente i nostri spazi e i modelli di collaborazione”. La strategia di Cisco è “semplificare la gestione delle reti e dell’infrastruttura cloud, potenziare la sicurezza e introdurre funzionalità di automazione basate sull’intelligenza artificiale”.

In tal senso, Cisco propone soluzioni per semplificare le operazioni su campus e filiali, come la cloud fabric orchestration e Cisco Unified Branch, che permettono di configurare reti complesse e sicure con pochi clic. La piattaforma unificata Global View integra Meraki e Catalyst Center, permettendo la gestione dell’intera rete da un’unica console. “Ora tutti possono disporre di potenti strumenti di automazione e policy semplificate” ha rimarcato Ravichandran. Un ruolo chiave lo giocano i workflow agentici, che riducono gli errori, poiché l’assistente AI accede ad automazioni pre-testate e validate. “Con questi strumenti – ha spiegato Ravichandran – i clienti possono distribuire nuovi servizi più rapidamente e liberare tempo per progetti a maggiore valore”.

La visione si estende allo spazio di lavoro con l’introduzione di nuovi agenti digitali in Webex e la piattaforma AI Canvas. “Con Webex stiamo portando avanti il concetto di connected intelligence – ha concluso Ravichandran –. Non si tratta solo di connettere persone, ma anche agenti e sistemi intelligenti, in modo che collaborino in modo naturale e sicuro. L’AI non è più un accessorio, ma una componente centrale della collaborazione e della produttività di domani”.

Il data center si sposta nell’edge

La sfida della complessità infrastrutturale, in particolare nell’edge computing, trova risposta in Cisco Unified Edge, una piattaforma di calcolo integrata per carichi di lavoro AI distribuiti. Jeremy Foster, SVP and GM, Compute, ha espresso la frustrazione del settore: “sono cresciuto nei data center, con cavi strutturati e tutte quelle cose che rendono l’infrastruttura bella e affidabile. Ed è scioccante e deludente che, come settore, non abbiamo ancora risolto questo problema per i nostri clienti”.

Cisco Unified Edge è la prima piattaforma ottimizzata per l’edge a integrare compute, networking, storage e sicurezza in un unico sistema modulare, servibile e gestito dal cloud. “Ci siamo prefissati di eliminare tutti questi cavi, tutta questa gestione multipla e questa complessità che si verifica sull’edge” ha spiegato Foster, sottolineando che la piattaforma è AI-ready e supporta l’inferenza AI in tempo reale. La gestione di flotte di siti edge avviene tramite Cisco Intersight, evoluto per “gestire migliaia di siti attraverso un’unica API basata sul cloud”. La sicurezza è la priorità assoluta, integrata in ogni livello dello stack, con protezione fisica, confidential computing e difesa AI: “Possiamo fare in modo di garantire che se si sta eseguendo un modello all’edge, sia quello appropriato e si stia comportando correttamente”, ha rimarcato Foster.

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Sicurezza cloud e hybrid mesh firewall

Sul fronte della sicurezza informatica, il SVP Security Marketing Ambika Kapur ha sottolineato il passaggio dal next-generation firewall all’hybrid mesh firewall. “I carichi di lavoro sono sempre più distribuiti, così come la forza lavoro”, ha spiegato Kapur, evidenziando la necessità di un modello di protezione più complesso. Cisco risponde con un approccio olistico che integra la gestione di firewall di terze parti, il firewalling direttamente negli switch intelligenti e la protezione dei workload con agenti software. “Ora possiamo vedere quale processo avvia o termina una connessione – sottolinea Kapur – e questo ci consente di offrire un livello di visibilità e controllo che prima non era possibile”.

Questo ecosistema è gestito dalla piattaforma Security Cloud Control, un framework che combina AI, AIOps e automazione delle policy. L’azienda ha annunciato nuove funzionalità cruciali per i Managed Service Providers, introducendo capacità di gestione multi-customer appositamente costruite. Questo permette agli MSP di gestire l’hybrid mesh firewall e altri servizi come secure access da un’unica console, snellendo le operazioni e riducendo i costi. “Questo accelera l’onboarding, abbassa i costi operativi e rende più semplice il cross-selling e l’up-selling”, ha concluso Kapur.

Crescere con il Cisco 360 Partner Program

Tim Coogan, Senior Vice President Global Partner Sales, ha sottolineato come Cisco voglia trasformare il preoccupante “gap di competenze” evidenziato dall’accelerazione nell’AI e della complessità delle nuove architetture in un’opportunità per l’ecosistema dei partner. “Stiamo sentendo dai nostri clienti che l’AI si sta muovendo più velocemente di quanto le loro infrastrutture possano supportare”.

Coogan ha ribadito il ruolo vitale dei partner, che generano “quasi il 90% delle entrate di Cisco” e ha annunciato il lancio del nuovo Cisco 360 Partner Program, che entrerà in vigore dal 25 gennaio 2026. Si tratta di una profonda “modernizzazione” del ventitreenne programma di canale pensata per guidare la crescita nell’era dell’AI. “Il nostro compito è dare ai partner l’innovazione, l’abilitazione e il modello economico per vincere”, ha affermato il SVP. Il nuovo programma è costruito per “sbloccare la potenza del portfolio di Cisco attraverso la potenza dell’ecosistema di partner, per consentire una crescita duratura nel tempo” ed è stato sviluppato attraverso “innumerevoli incontri” con i partner stessi.

Il Cisco 360 Partner Program si fonda su tre pilastri fondamentali: redditività, garantendo che il portfolio sia una piattaforma per l’aumento dei guadagni; prevedibilità, offrendo un modo chiaro per pianificare il futuro; crescita, intesa come crescita duratura, coerente e in anticipo rispetto al mercato. Per sostenere questa visione, Cisco sta rivedendo i suoi programmi di ricompensa basandosi su obiettivi chiari legati a “infrastrutture pronte per l’AI, luoghi di lavoro a prova di futuro e resilienza digitale”. In vista del lancio, l’azienda rafforzerà la visibilità sulle performance attraverso i nuovi partner value indexes e la partner experience platform. “Crediamo di aver abbinato il programma giusto con l’ecosistema giusto in un modo molto significativo”, ha concluso Coogan, sancendo l’inizio di una nuova era di partnership incentrata sull’innovazione continua e sull’adattabilità.

Cisco sta anche intensificando i suoi investimenti per l’enablement dei partner con nuove formazioni, strumenti e risorse, inclusi un Launchpad per il marketing e un Branding Toolkit per supportare il canale nel Partner Program.