Trasformazione digitale in Italia 2026: 5 trend chiave

La prossima fase della leadership digitale in Italia premierà chi sa gestire i dati in modo intelligente, proteggendoli, governandoli e rendendoli disponibili ovunque serva.

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Le previsioni per la trasformazione digitale 2026 in Italia del Country Manager Italy NetApp Davide Marini e come le aziende devono gestire i dati.

La trasformazione digitale è al centro delle strategie delle aziende italiane all’inizio del 2026, in un momento decisivo per la gestione dei dati, delle infrastrutture e della resilienza operativa. Le previsioni globali di NetApp evidenziano come la Intelligent Data Infrastructure guiderà questa evoluzione, particolarmente significativa per le realtà italiane, che devono confrontarsi con requisiti normativi, frammentazione dei dati e competenze limitate.

NetApp

1. AI dai progetti pilota alla produzione grazie a dati governati

Molte aziende italiane hanno avviato progetti pilota di AI, ma faticano a scalarli. L’ostacolo principale non sono i modelli, ma i dati frammentati e isolati, con governance incoerente, che rendono l’AI lenta, costosa e rischiosa.
Nel 2026, chi dispone di dati unificati e di alta qualità avrà un vantaggio competitivo significativo. La Intelligent Data Infrastructure consente di automatizzare l’accesso a dati puliti, liberando valore concreto in settori come manifattura, servizi finanziari, energia e pubblica amministrazione.

2. Sovranità del dato e progettazione di ambienti cloud

La sovranità dei dati diventa una priorità strategica in Italia, con normative sempre più stringenti. Le aziende si orienteranno verso ambienti ibridi o sovrani, che proteggano la privacy senza rallentare le operazioni.
Cifratura automatizzata, gestione delle policy e governance unificata saranno elementi chiave per bilanciare compliance e agilità, rafforzando la trasformazione digitale delle infrastrutture aziendali.

3. Cyber resilience: rilevamento e recupero veloce dei dati

Gli attacchi informatici stanno diventando sempre più sofisticati, combinando ransomware, furto di dati e infiltrazioni prolungate.
La resilienza digitale non è più solo prevenzione, ma rapidità nel rilevare anomalie e nel ripristinare dati da copie verificate. Analisi delle minacce basate su AI, isolamento automatico e rilevamento integrato delle violazioni diventeranno standard per proteggere le infrastrutture critiche.

4. Strumenti di sicurezza basati su AI come standard operativo

I team di cybersecurity italiani affrontano pressioni crescenti, con carenza di competenze e minacce complesse. L’AI sarà un acceleratore di efficienza, consentendo rilevamento predittivo, investigazione più rapida e risposte automatizzate, riducendo il carico operativo e rafforzando la resilienza digitale.

5. Modernizzazione dell’infrastruttura: flessibilità al posto della capacità

Le aziende italiane stanno modernizzando le infrastrutture, ma spesso incontrano migrazioni complesse e vincoli legacy. Nel 2026, la modernizzazione punterà su:

  • Architetture disaggregate per separare performance e capacità

  • Modelli a consumo, come lo storage-as-a-service

  • Strumenti di migrazione “no-copy” che eliminano downtime e duplicazioni

  • Namespace unificati tra ambienti ibridi e multicloud

Queste strategie permettono di evolvere al ritmo richiesto dai carichi di lavoro data-intensive senza interruzioni operative, accelerando la trasformazione digitale.

Conclusione: leadership digitale e gestione intelligente dei dati

La prossima fase della leadership digitale in Italia premierà chi sa gestire i dati in modo intelligente, proteggendoli, governandoli e rendendoli disponibili ovunque serva. Le organizzazioni che adotteranno la Intelligent Data Infrastructure saranno meglio posizionate per rafforzare la cyber resilience, ottimizzare le infrastrutture e sfruttare appieno il potenziale dei dati.