La resilienza e la diversificazione tecnologica in aiuto delle aziende

Buona parte dell’industria sta soffrendo per la crisi delle materie rare.

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Perché secondo Alessandro Tassi CEO di Spin, parte di Green Silence Group, in questo particolare contesto geopolitico la resilienza e la diversificazione tecnologica aiutano le aziende.

In un’epoca segnata da tensioni geopolitiche, instabilità delle catene di approvvigionamento e aumento vertiginoso dei costi delle materie prime, le imprese sono tenute ad affrontare le sfide con un approccio orientato alla resilienza tecnologica. Così da evitare di trovarsi schiacciate da dinamiche internazionali. La gran parte della manifattura italiana, l’industria navale e dei trasporti, il mondo dei veicoli industriali e non solo vivono la crisi delle materie rare come cruciale. Attualmente la maggior parte dei motori elettrici che mandano avanti linee di produzione, pompe di sollevamento, macchine industriali e veicoli, è basata sulle terre rare.

Perché puntare sulla resilienza e la diversificazione tecnologica

L’attuale contesto internazionale impone dunque un ripensamento profondo delle scelte tecnologiche. L’imposizione di dazi, le limitazioni all’export e l’inflazione che colpisce i materiali critici – come le terre rare – non sono più eccezioni. Ma fattori strutturali con cui le aziende devono confrontarsi quotidianamente. In questo scenario, la diversificazione tecnologica non è solo una scelta saggia, ma una strategia indispensabile per garantire continuità, competitività e indipendenza industriale.

Le soluzioni per le aziende

Le aziende italiane stanno cercando soluzioni concrete per affrontare le difficoltà di approvvigionamento e assemblaggio dei motori in grado di mandare avanti produzione e logistica. La spinta all’innovazione sostenibile fa il resto. Rendendo indispensabile non solo affrontare l’emergenza delle terre rare, ma ripensare l’intero paradigma della produzione elettro-meccanica. Investendo in ricerca, alleanze e materiali del futuro.

La resilienza e la diversificazione tecnologica per un futuro industriale

Bisogna infatti costruire un futuro industriale più autonomo, sostenibile e tecnologicamente avanzato e non è necessario andare all’estero per farlo. Le tecnologie presenti in Italia nel settore delle macchine industriali, dell’elettromeccanica, della componentistica, dei motori elettrici è tale da poter competere a livello europeo e mondiale in una logica di autonomia che va incentivata.

La subordinazione ad altri mercati- che oggi si concretizza nelle materie rare- è infatti un rischio. Lo spazio di crescita e innovazione è evidente quando arriva la crisi, ma la crisi non va aspettata senza agire. Ora, dopo lo shock, bisogna attrezzarsi. Appare indispensabile guardare a nuovi materiali alternativi ai magneti permanenti con terre rare, ad esempio. Ma anche progettare diversamente o utilizzare diversamente ciò che abbiamo già. Il futuro dell’industria italiana non si costruisce aspettando la prossima crisi, ma investendo oggi nella libertà tecnologica di domani. Chi saprà trasformare la scarsità in innovazione, trasformerà la crisi in vantaggio competitivo.