
Il report Wolters Kluwer Future Ready Accountant esplora l’evoluzione del commercialista digitale tra intelligenza artificiale, cloud e consulenza strategica.
Il ruolo del commercialista digitale è sempre più centrale nella trasformazione del settore contabile e fiscale. Wolters Kluwer Tax & Accounting ha presentato la seconda edizione del suo report globale “Future Ready Accountant”, un’analisi approfondita del settore a livello mondiale che fotografa come innovazione, intelligenza artificiale e cloud stiano ridefinendo la professione.
Lo studio raccoglie le opinioni di oltre 2.700 professionisti provenienti da tutto il mondo, con un focus dedicato all’Europa e all’Italia. I dati mostrano un comparto italiano solido nella relazione con i clienti e con una forte propensione al ruolo consulenziale. Ma ancora prudente negli investimenti in tecnologia.
Il report fotografa una fase di trasformazione strategica della professione contabile. L’adozione dell’intelligenza artificiale (IA) è aumentata in modo esponenziale: dal 9% del 2024 al 41% nel 2025.
Il 77% degli studi professionali prevede di incrementare gli investimenti nell’IA. Mentre il 35% la utilizza già quotidianamente per ottimizzare i processi. Ma anche migliorare la produttività e potenziare la consulenza ai clienti.
IA e consulenza: due leve chiave per il commercialista digitale
Secondo Wolters Kluwer, il ruolo del commercialista digitale si sta ridefinendo.
L’IA viene sempre più integrata nei flussi di lavoro per automatizzare le attività ripetitive, analizzare i dati e generare insight strategici.
I servizi di consulenza sono ormai una costante: il 93% degli studi li offre, contro l’83% dell’anno precedente.
Parallelamente cresce l’attenzione alla formazione. il 31% delle realtà intervistate indica lo sviluppo di competenze tecniche avanzate come una priorità.
Cloud e integrazione tecnologica guidano la crescita
L’adozione del cloud si conferma un motore fondamentale per la digitalizzazione degli studi professionali.
Nel 2024, il 62% degli studi utilizzava soluzioni cloud, percentuale che continua a crescere.
Gli studi con un elevato livello di integrazione digitale hanno registrato fino al 78% di crescita del fatturato.
Nel 2025, l’87% delle realtà con sistemi integrati ha riportato performance economiche superiori. Confermando che innovazione e digitalizzazione sono fattori abilitanti per la resilienza e il successo nel lungo periodo.
Cloud e AI, grandi margini di sviluppo per gli studi italiani
In Italia, il 34% dei commercialisti lavora già in modalità completamente cloud. Posizionando il Paese al terzo posto in Europa per adozione totale. Tuttavia, considerando anche le soluzioni ibride, l’Italia scende al settimo posto, segno di un ampio potenziale di crescita.
Le principali motivazioni all’adozione del cloud sono sicurezza dei dati (41%), semplicità di implementazione (33%) ed efficienza dei costi (32%).
La maggiore barriera resta la paura di interruzioni operative durante la migrazione (38%).
Solo il 28% degli studi utilizza quotidianamente l’intelligenza artificiale, contro una media europea del 33%. Ma il 61% prevede di investire in questa tecnologia nei prossimi tre anni.
Fiducia delle PMI e nuovi servizi a valore
Il 69% delle PMI italiane affida la contabilità a studi professionali. Confermando la fiducia nel commercialista come partner strategico.
Crescono i servizi a valore aggiunto, come la consulenza strategica, la pianificazione fiscale e il supporto tecnologico.
Solo il 57% degli studi supporta però i clienti nella scelta delle soluzioni digitali, percentuale più bassa in Europa. Anche se il 49% prevede di rafforzare la comunicazione digitale nei prossimi anni.
Crescita economica e strategie di sviluppo
Solo il 66% degli studi italiani ha registrato una crescita dei ricavi negli ultimi tre anni. Contro l’80% della media europea.
La propensione agli investimenti resta limitata. Appena un quarto considera la tecnologia una priorità per il 2026.
Anche le operazioni di M&A (14%) e l’uso di private equity (16%) sono inferiori alla media europea, rispettivamente del 27% e 30%.
Capitale umano e competenze digitali
Solo il 26% degli studi italiani ha introdotto modelli di lavoro ibrido, una delle percentuali più basse d’Europa.
L’investimento in formazione digitale resta contenuto rispetto a Paesi come Belgio e Paesi Bassi.
Eppure l’81% dei professionisti italiani riconosce che l’evoluzione normativa influenzerà fortemente l’operatività degli studi. Un chiaro segnale che la formazione digitale rappresenta la chiave per competere nel mercato.
Il commercialista digitale come motore della trasformazione
Il report “Future Ready Accountant 2025” evidenzia un’Italia in transizione, dove la professione del commercialista digitale rimane centrale per la competitività delle PMI.
Tuttavia, la scarsa propensione agli investimenti in tecnologia e capitale umano rischia di ampliare il divario con gli altri Paesi europei.
Accelerare la trasformazione digitale e rafforzare le competenze tecnologiche sarà fondamentale per mantenere il ruolo strategico dei commercialisti nel nuovo scenario professionale.
La propensione agli investimenti rimane contenuta. Solo un quarto degli Studi considera la tecnologia una priorità per il 2026 e appena il 29% prevede nuove strategie di marketing. Contro il 36% della media europea.
L’Italia mostra anche il tasso più basso in Europa di operazioni di M&A (14%) e di ricorso al private equity (16%), a fronte di medie rispettivamente del 27% e del 30%.
Organizzazione del lavoro e gestione dei talenti
Solo il 26% delle realtà italiane ha introdotto modelli di lavoro ibrido negli ultimi tre anni. Una percentuale tra le più basse d’Europa. E l’investimento in formazione e competenze digitali rimane inferiore rispetto a Paesi come Belgio (67%) e Paesi Bassi (59%) pur considerando (81%) l’evoluzione normativa un fattore critico che influenzerà l’operatività. Una delle percentuali più alte a livello europeo e dunque una maggiore e più intensa capacità digitale sarebbe di grande aiuto negli Studi di commercialista.
La carenza di strategie strutturate di sviluppo del capitale umano rischia di diventare un freno ulteriore in un contesto di crescente complessità e innovazione tecnologica.
I commercialisti italiani rappresentano un settore in transizione
Il quadro che emerge dalla ricerca Future Ready Accountant 2025 posiziona l’Italia come un mercato in cui la professione del commercialista resta centrale per la competitività delle PMI. Questo grazie alla forte fedeltà dei clienti e al ruolo chiave nella consulenza normativa e gestionale. Tuttavia, la minore propensione agli investimenti in tecnologia, formazione e crescita strutturata rischia di accentuare il divario rispetto ad altri Paesi europei più dinamici.
Secondo il report, il principale fattore critico per i professionisti italiani sarà la capacità di accelerare la trasformazione digitale. Rafforzando allo stesso tempo le competenze interne e le strategie di relazione con i clienti. Per affrontare un contesto caratterizzato da crescente regolamentazione, evoluzione tecnologica e nuove esigenze del mercato.
Il prossimo report ci dirà se e come si è trasformato il settore professionale dei commercialisti in Italia.