Infrastrutture critiche, l’incontro ISPI – McKinsey & Company

Il Mediterraneo è pronto a diventare un perno d’Europa verso un futuro a basse emissioni di carbonio sfruttando la competitività dei sistemi di generazione sostenibile.

Infrastrutture critiche

Le infrastrutture critiche sono vitali per crescita, competitività e transizioni, e la loro protezione da minacce ibride e attacchi è fondamentale.

Si è tenuta martedì 12 giugno a Milano a Palazzo Clerici la tavola rotonda Infrastrutture efficienti, interconnesse e sicure: motore di sviluppo nel nuovo quadro geopolitico. L’incontro è stato organizzato da ISPI con la knowledge partnership di McKinsey & Company in occasione della pubblicazione del Rapporto annuale dell’Osservatorio ISPI sulle Infrastrutture, dal titolo Infrastructure, Grids and Networks. The Challenges ahead, amid Security and Efficiency.

Carlo Secchi, Membro del Comitato di Supervisione ISPI e Responsabile Osservatorio Infrastrutture
Il rapporto pone l’attenzione sulla centralità delle infrastrutture critiche in un mondo instabile. In un’epoca di sconvolgimenti geopolitici, crisi economiche e disastri climatici accelerati, la sicurezza economica e il de-risking sono prioritari. Le infrastrutture critiche (trasporti, reti energetiche e digitali) sono vitali per la crescita, la competitività e le transizioni e la loro protezione da minacce ibride e attacchi è fondamentale, superando i vecchi piani di “disaster recovery”. La diversificazione energetica e le reti elettriche transnazionali sono cruciali. Il dual-use delle infrastrutture, inclusa la mobilità militare, comporta tuttavia nuove sfide e vulnerabilità. I cavi sottomarini, pilastro della connettività globale, sono a rischio. In questo contesto aumentare la sicurezza eleva i costi, ma l’IA può offrire soluzioni interessanti. La natura transfrontaliera delle reti richiede tuttavia un rafforzamento delle leggi internazionali sulla responsabilità. Il trade-off tra sicurezza/resilienza/ridondanza ed efficienza è ormai una costante, con governi e imprese disposti a investire di più per garantire la resilienza e questa sarà la sfida del prossimo futuro.

La geopolitica delle reti

La prima parte della tavola rotonda si è concentrata sulla nuova mappa geopolitica delle reti. Tra competitività e sicurezza, considerando innanzitutto il tema energetico.

Cristina Lobillo Borrero, Deputy-Director General for the Energy Platform Task-force
La sicurezza energetica è uno dei tre pilastri della bussola della competitività della Commissione, con il Clean Industrial Deal e il Piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili come strumenti chiave. Questo perché la sicurezza energetica stabilizza le industrie, attrae gli investimenti e spinge l’innovazione delle tecnologie pulite. In questo contesto le interconnessioni transfrontaliere sono fondamentali. Forniscono ridondanza, diversificano le fonti di approvvigionamento e bilanciano le fonti rinnovabili, aumentando la resilienza contro gli shock geopolitici, i rischi climatici e le interruzioni tecniche. A queste si affianca il Connecting Europe Facility (CEF) che fornisce un sostegno finanziario, mentre l’accelerazione delle autorizzazioni ne velocizza l’attuazione.

Nicola Sandri, Senior Partner McKinsey & Company
Le infrastrutture di trasporto non rappresentano più esclusivamente strumenti funzionali alla mobilità e alla crescita economica, ma costituiscono oggi asset strategici fondamentali per la sicurezza nazionale. Reti ferroviarie, autostrade, porti e aeroporti svolgono un ruolo centrale non solo nel garantire la continuità dei collegamenti tra territori, persone e merci, ma anche nel supportare efficacemente la gestione delle emergenze. In un contesto caratterizzato da un aumento della spesa nel settore della difesa – da 250-300 miliardi di euro nel 2024 a 450-500 miliardi nel 2030 per l’UE – questo trend avrà un impatto diretto sulle priorità strategiche e sugli investimenti infrastrutturali, rendendo necessaria un’operazione integrata e di sistema tra tutti gli stakeholder coinvolti, pubblici e privati.

Vittorio Torbianelli Commissario Straordinario, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale
L’IMEC rappresenta una direttrice strategica in cui i porti dell’Adriatico Orientale possono assumere un ruolo di primo piano. Nel quadro euromediterraneo e in relazione al profilo internazionale degli scali italiani è però fondamentale mantenere attenzione, equilibrio e inclusione, verso il complesso delle direttrici, considerando anche i lunghi tempi di realizzazione dei nuovi corridoi e i rischi legati alla cosiddetta “politicizzazione delle merci”. Pensiamo ad esempio al canale di Suez, asse vitale dei traffici marittimi, anche dall’India; ai potenziali della direttrice attraverso l’Iraq verso la Turchia, paese già oggi molto rilevante per le rotte adriatiche; al “Middle Corridor” che si sviluppa anche esso appoggiandosi sulla “piattaforma turca”, coinvolgendo a Est altri paesi sensibili quali la Georgia, ponte tra Mar Nero e Caspio, e il Kazakistan. Vanno infine ricordate, le direttrici dirette con l’Egitto e quelle di interconnessione intermodale con l’Ucraina, attraverso Slovacchia e Ungheria.

Priorità e investimenti strategici

Nella seconda parte ci si è invece concentrati sulle priorità e gli investimenti strategici del Sistema Italia.
Cominciando dalla cantieristica navale.

Enrico Della Gatta, Vice President Geopolitical Studies & Advocacy, Fincantieri
La cantieristica navale era stata sostanzialmente abbandonata dai paesi occidentali. In Europa sono rimasti i comparti dell’alta complessità. Nel frattempo, la Cina ha conquistato tutti i blocchi che compongono l’economia marittima: la cantieristica, la gestione delle navi, cioè spedizioni e logistica, e quella dei porti. Di conseguenza, gli Stati Uniti hanno posto la rinascita della cantieristica navale al centro della propria reindustrializzazione, e lo stesso stanno facendo altri paesi. La navalmeccanica è tornata in auge in virtù di una crescente esigenza di capacità produttiva e si può affermare che sia iniziato un nuovo ciclo, caratterizzato da una forte impronta geopolitica. Fincantieri rappresenta l’emblema di questa inversione di tendenza, che comincia da domini strategici come l’underwater.

Riccardo Dutto, Managing Director; Head of Infrastructure Industry, Global Corporate Department, IMI Corporate & Investment Banking Division, Intesa Sanpaolo Group
La regione del Mediterraneo è pronta a diventare un perno per l’Europa verso un futuro a basse emissioni di carbonio sfruttando la competitività e la complementarietà dei diversi sistemi di generazione sostenibile. Attraverso investimenti strategici in infrastrutture di interconnessione per trasportare gli elettroni e le molecole sostenibili, il Nord Africa può sfruttare le sue abbondanti risorse solari ed eoliche per rifornire di energia verde non solo le proprie popolazioni (ad esempio anche per produrre acqua potabile in modo sostenibile), ma anche i Paesi partner del Mediterraneo. Grazie a questo l’Europa e quindi anche l’Italia – che ha il ruolo naturale di “ponte” per ospitare tali infrastrutture di interconnessione – potranno beneficiare della riduzione della dipendenza dai mercati volatili dei combustibili fossili e accelerare le loro ambizioni di neutralità climatica e competitività per il 2050. Si tratta di mobilitare le risorse del Global Gateway europeo e dei Fondi Sovrani del Golfo su questa visione che è molto vicina allo spirito del Piano Mattei.

Fabio Panunzi Capuano, Vice President and Head, Business Development & Corporate Diplomacy, Sparkle
Sparkle è impegnata nella realizzazione di infrastrutture che introducano nel mercato elementi di diversificazione delle rotte dei flussi dati. Questo è un elemento imprescindibile per reti digitali sempre più robuste e resilienti che già oggi trasportano oltre il 95% del traffico Internet internazionale. Vista la loro strategicità, le reti vanno protette sia da un punto di vista tecnologico sia attraverso opportune collaborazioni – su tutte, quella con la Marina Militare – anche in considerazione di possibili ulteriori utilizzi dei cavi sottomarini per la rilevazione e la misurazione di fenomeni naturali e parametri ambientali, su cui Sparkle è già al lavoro.