Fare rete d’impresa fa bene alla redditività

Le imprese in rete indagate mostrano migliori risultati in termini di fatturato e valore della produzione, di ROI e di numero addetti nel triennio successivo all’ingresso nella compagine aggregativa.

Fare rete d'impresa fa bene alla redditività

Collaborare fa bene alle imprese e aumenta le possibilità di innovare e affrontare il percorso di uscita dalla crisi pandemica.

Questa è la fotografia fornita dal secondo Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulle reti d’impresa realizzato da InfoCamere, RetImpresa e Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari.

Il contratto di rete rappresenta per le imprese aderenti un’importante opportunità di miglioramento dei risultati in termini di fatturato, occupazione, produttività e redditività, e un efficace strumento per affrontare la crisi e rispondere alle sfide dell’innovazione e del cambiamento.

Il focus dell’edizione 2020 è proprio l’analisi della performance delle imprese in rete e l’approfondimento di alcuni settori nei quali presentano un elevato tasso di rappresentatività e di crescita come agrifood, costruzioni e l’ambito dei Confidi.

Secondo l’Osservatorio, le reti costituiscono un modello di collaborazione in costante crescita per quanto riguarda i numeri: 6.657 reti registrate in Italia a fine 2020, che coinvolgono 38.381 imprese, con un incremento del 13% (+757 reti) nell’ultimo anno, diffuse in tutte le province italiane e che complessivamente occupano quasi 1 milione di addetti, in gran parte assorbiti dalle aziende medio-grandi (78%).Fare rete d'impresa fa bene alla redditività

Dall’analisi qualitativa condotta su un campione di 1.633 imprese in rete, operanti prevalentemente nei settori dei servizi (38%) e dell’industria e artigianato (38%), si evidenzia la correlazione positiva tra l’appartenenza a una rete e la crescita e l’aumento di redditività delle imprese che ne fanno parte.

In particolare, le imprese in rete indagate mostrano migliori risultati in termini di fatturato e valore della produzione (35% del campione), di ROI (25% del campione) e di numero addetti (30% del campione) nel triennio successivo all’ingresso nella compagine aggregativa.

Migliore conoscenza della gestione e organizzazione della rete, esperienza e vocazione all’innovazione sono le leve capaci di rendere le imprese più preformanti.

“Dall’Osservatorio emergono segnali incoraggianti, che vanno valorizzati dalle politiche nazionali, soprattutto per il contributo che questo modello di collaborazione partecipata e innovativa può offrire alla costruzione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza del Next Generation Italia”, ha sottolineato Fabrizio Landi, Presidente di RetImpresa. “Emerge chiaramente come le reti d’impresa non abbiano esaurito la loro spinta competitiva e si siano anzi dimostrate strumento flessibile e resiliente, in grado di aiutare le imprese a fronteggiare il cambiamento, sia quello legato a innovazione e sostenibilità quanto quello causato dagli shock sistemici. Soprattutto – ha continuato Landi – viene riconosciuta la loro funzione solidaristica e anticrisi. Bisogna, pertanto, continuare a credere nelle reti con misure legislative di promozione e sostegno sul piano fiscale, finanziario e lavoristico a partire dal completamento della disciplina sulla codatorialità, su cui attendiamo da mesi un decreto ministeriale, che potrà dare un impulso straordinario alla gestione e alla valorizzazione del capitale umano nelle reti”.

Fare rete d'impresa fa bene alla redditività
Paolo Ghezzi, Direttore Generale di InfoCamere

“La complessità degli scenari economici e la crescente velocità con cui cambiano le variabili che li governano, rendono sempre più determinante il ruolo dei Big Data per intercettare e prefigurare le possibili traiettorie di sviluppo di un tessuto imprenditoriale” ha detto il Direttore Generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi.Il Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, gestito da InfoCamere, è uno strumento fondamentale su cui costruire una conoscenza più ravvicinata e qualitativamente più solida di fenomeni importanti come quello delle reti d’impresa. Grazie all’Osservatorio Nazionale, questa realtà può essere oggi esplorata e raccontata in modi sempre più efficaci, a beneficio di azioni di policy che meglio rispondano alle esigenze delle imprese”.

“Questa seconda edizione dell’Osservatorio sulle Reti d’Impresa ci offre ulteriori conferme ed indicazioni rispetto alle opportunità offerte dai contratti di rete come strumento per sostenere la competitività, l’innovazione, e quindi, la resilienza delle imprese Italiane. Ma risultati indicano in modo chiaro che non tutte le reti sono altrettanto efficaci: il ricorso a strumenti organizzativi e manageriali specifici delle relazioni inter-organizzative sono il fattore discriminante tra le esperienze di successo e quelle di insuccesso. Tale considerazione ha importanti implicazioni sia per le strategie d’impresa e di rete, sia per il futuro indirizzo dei policy maker: è per questo che la prossima edizione dell’Osservatorio sarà orientata ad approfondire la relazione tra elementi strutturali, organizzativi, e resilienza delle imprese” hanno spiegato Anna Cabigiosu e Anna Moretti, docenti del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia e coordinatrici scientifiche dell’Osservatorio.