
Un head hunter specializzato nel mondo IT, a caccia di talenti al fine di mettere in contatto la domanda e l’offerta di professionisti. Si sta parlando di Techyon, giovane azienda fondata nel 2018 che chiuderà il 2020 con un fatturato che supererà il milione di euro. Una forza lavoro di 25 risorse interne con l’obiettivo di raddoppiare i numeri entro il 2021. Ma vi è di più. Nel 2021 la società aprirà un ufficio a Madrid e, entro il 2025, uno anche a Parigi e a Berlino.
ChannelTech ne ha parlato con Federico Colacicchi, managing partner della società, che ha un’esperienza in società di ricerche di personale e ha un passato culturale umanistico e, forse, più attento a percepire i cambiamenti professionali, il rapporto tra aziende e lavoratori e le necessità delle imprese stesse.
Infatti, visto anche il periodo pandemico da cui siamo appena usciti, Colacicchi applaude alla “corsa verso la digitalizzazione, al cambiamento di paradigmi, allo smart working che, inevitabilmente, portano le aziende a richiedere nuove competenze di natura più informatica o votate al digitale”.
Colacicchi, dal suo osservatorio, riscontra che, se da un lato le aziende sono pronte ad affrontare queste nuove tematiche, dall’altro, i giovani andrebbero maggiormente formati e informati su questi nuovi paradigmi.
“Oggi – prosegue – non c’è una produzione adeguata di competenze da parte di scuole e università per supportare la domanda delle aziende”. L’head hunter IT è contrario a pensare che manchi il lavoro per i giovani piuttosto, secondo il managing partner, manca la formazione e l’informazione.

“Quanti sanno che basta un corso semestrale per imparare un linguaggio di programmazione e avere accesso al mercato del lavoro? Pochi. E quante aziende hanno compreso che convenga investire in nuove tecnologie? Oggi le scelte sono state fatte e il Covid-19 ha fatto definitivamente capire che senza il digitale non si va da nessuna parte“, spiega.
Infatti, le aziende che durante il lockdown si sono trovate a fare i conti con il remote o lo smart working hanno potuto rendere accessibile il lavoro flessibile ai loro dipendenti grazie agli investimenti fatti in precedenza.
Il managing partner di Techyon afferma che non si deve temere l’innovazione: molti lavori scompariranno ma altrettanti ne nasceranno. La parola chiave è formazione e aggiornamento costanti: “Non si pensi di uscire dalle università e di svolgere lo stesso lavoro per tutta la vita!”, dichiara.
Secondo un head hunter IT quali saranno le professioni che le imprese non dovranno sottovalutare e dovranno avere a bordo? “Sviluppatori, data science li vedo in forte crescita, ma anche l’ambito della cybersecurity richiamerà molti professionisti, non necessariamente tutti informatici perché è una materia complessa che ha valenza anche sugli aspetti normativi che possono riguardare laureati in giurisprudenza o in economia con un opportuno master. E non si pensi che le Pmi siano immuni dagli attacchi, anche loro dovranno dotarsi di professionisti!”.