Servizi finanziari digitalizzati, il Coronavirus dà la scossa al Fintech

Lo studio PwC sul Fintech 2020 in Italia prevede la capacità di lavorare a distanza e di mettere a disposizione di clienti e partner strumenti per servizi finanziari digitali.

Servizi finanziari digitalizzati, il Coronavirus dà la scossa al Fintech

Secondo la terza edizione rapporto PwC sul Fintech 2020 in Italia, che ha coinvolto 278 FinTech e 86 TechFin, nonostante un comprovato ritardo rispetto ai trend globali, il FinTech italiano si muove coerentemente a tali trend e con un’elevata dinamicità, mostrando un potenziale scenario positivo e promettente, in grado di superare il gap con lo scenario globale.

Di fatto, grazie anche all’introduzione della Psd2, è stata superata la prima delle tre fasi evolutive identificate da rapporto (1-Disruption, 2-Discussione, 3-Partnership e collaborazione) ed è cominciata la fase di discussione.

Allo stato attuale, si stanno ponendo le basi per la fase delle partnership che potrebbe essere accelerata a fronte dell’emergenza sanitaria in atto causata dal Covid-19.

Servizi finanziari digitalizzati, il Coronavirus dà la scossa al Fintech

“Nelle nostre previsioni questa situazione di «forzata digitalizzazione» diventerà strutturale: l’esperienza digitale, una volta provata, non sarà più abbandonata. I servizi finanziari tradizionali cederanno il passo a quelli digitali. Noi siamo i pionieri di questa trasformazione. Si supererà il gap culturale del paese che, se avanzatissimo per numero di smartphone posseduti, lo è meno in termini di utilizzo di servizi digitali legati alla finanza.
È naturale pensare che questa situazione porterà ad un significativo aumento nell’utilizzo e nell’apprezzamento dei servizi digitali finanziari da parte di tutta la clientela, senza parlare della probabile crescita esponenziale della domanda di credito che, sempre più spesso, trova risposta nel mondo del FinTech, a scapito dell’offerta tradizionale.
Sugli effetti della crisi dovuta all’emergenza sanitaria – continua Daniele Loro, Amministratore Delegato di PRESTIAMOCI, piattaforma italiana di Social Lending – lo studio prevede quello che è già avvenuto in Prestiamoci in questi primi 45 giorni: la capacità di lavorare a distanza, e di mettere a disposizione di clienti e partner strumenti digitali da parte delle fintech, sta assicurando una maggiore reattività alle aziende 100% digitali come la nostra.
Un altro aspetto che si sta rivelando significativo in questo processo è la capacità di collaborare con i partner in via totalmente remota. Un esempio? L’interrogazione dei conti correnti PSD2. Richiedere al cliente l’invio digitalizzato di un estratto conto diventa un problema in questo preciso momento storico. Non tutti hanno uno scanner e una stampante a casa. Con un «flag» del cliente, in qualche frazione di secondo, tutto questo è superabile. Servizi finanziari digitalizzati, il Coronavirus dà la scossa al Fintech
Un’ulteriore riflessione riguarda le aree di maggiore interesse segnalate dallo studio, fra le quali vengono citati i Pagamenti, il Lending e il Wealth & Asset Management. Prestiamoci è finanziaria e istituto di pagamento. La nostra mission è proporre l’investimento nel P2P, ovvero proporre un prodotto di Wealth Management «costruito» con le opportunità più interessanti di Lending, realizzato con strumenti di pagamento efficienti e all’avanguardia. Abbracciamo quindi tutte e le tre aree di maggiore potenziale del mercato, con una capacità di generare margini elevati, in controtendenza rispetto alla media rilevata dallo studio per il panorama dei servizi finanziari digitalizzati”.